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( POLITICA )

  1. Israele: La crisi del governo Barak
  2. Il bluff del governo di unità nazionale
  3. Bisogna fermare Barak
  4. Sharon caduto nella rete
  5. Egitto/Elezioni, i Fratelli Musulmani in Parlamento
  6. Il cancelliere Schroeder in Medio-Oriente
  7. Parlamento di Beirut, non invitato ambasciatore libico
  8. Accordo Siria-Unione Europea
  9. Eccellenti i rapporti tra Italia e Autorità Palestinese
  10. L'Italia rifiuta d'indennizzare la Libia
  11. Algeria - NATO: primo incontro ufficiale
  12. Il presidente Ciampi atteso in Giordania
  13. Lega per i diritti umani tunisina: vittoria dei radicali
  14. Primo volo diretto Damasco-Bagdad
  15. Marocco: proibita manifestazione per i "desaparecidos"
  16. Rabat: colloquio sui diritti dell'uomo nel Mediterraneo
  17. Ripresi a Ginevra i colloqui per la crisi di Cipro
  18. L'ONU invalida le sanzioni USA contro la Libia
  19. Marocco-Turchia, relazioni privilegiate

ISRAELE: LA CRISI DEL GOVERNO BARAK

IL BLUFF DEL GOVERNO DI UNIONE NAZIONALE
(in "Haaretz" del 25/10/2000)

L'aggiunta di Ariel Sharon al governo di emergenza ricorda la storia (vera) dell'ufficiale dei pompieri che aveva l'abitudine di far scoppiare incendi alla base aerea di Ramat David per poi raccogliere complimenti e medaglie per il modo esemplare con cui riusciva a domarli.

Evidentemente, non s'immagina che Sharon sia salito sulla Spianata delle Moschee nella speranza di provocare gli scontri che lo avrebbero fatto riavvicinare alla città governativa.

Se Barak ha effettivamente ragione, e Yasser Arafat non è un partner per la pace, l'ingresso di Sharon nel governo farà il gioco dei palestinesi.

Arafat sa che nelle capitali arabe e anche in Occidente, si parla di Sharon con lo stesso tono di cui si parla di Milosevic. Egli sa anche che la "situazione di emergenza" è una condizione sine qua non per l'ingresso del capo del Likoud nel governo.

Di conseguenza, egli farà cessare i tiri su Guilo nel momento in cui Barak cesserà di fare la corte a Sharon.

Barak racconta che "lo Sharon di oggi non lo Sharon di ieri". Supponiamo anche che Sharon abbia promesso a Barak che se egli dovesse entrare nel governo, quest'ultimo potrà beneficiare della sua vecchia esperienza nell'evacuazione delle colonie ebraiche.

Chi ci può garantire che lo Sharon di domani manterrà le promesse dello Sharon di oggi?

Basta, d'altronde, gettare uno sguardo sul "piano di pace" di Sharon, per scoprire che sarà un'eccellente piattaforma per una coalizione con .Rehav'am Zèevi (estrema destra n.d.r.)

E' legittimo dubitare che lo stesso Barak creda di poter trasformare Sharon in partner politico, e di convincere il non partner Arafat di rinunciare al Diritto del ritorno e al Monte del Tempio. Se egli vuole bombardare più violentemente Beith Djalah, non ha bisogno della "rete di protezione" a destra.    Per questo ha i generali dell'esercito.non ha bisogno di fare appello al generale di divisione Ariel Sharon.

La sola giustificazione circa la sua eventuale presenza nel governo potrà essere motivata col fatto che egli sa "trattare" meglio gli Arabi: con più forza, con più bombardamenti, con più perdite umane. Quelli che raccomandano questo genere di metodi non hanno bisogno di Barak-Sharon, loro da soli bastano...

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BISOGNA FERMARE BARAK
(dall'editoriale di "Haaretz" del 25/10/2000)

Barak chiede di persuadere i suoi amici di "Israele unito", e anche il grande pubblico, che l'entrata del Likoud nel governo, sotto l'egida di Ariel Sharon, non contraddica gli impegni presi verso il processo di pace. Il Primo ministro getta polvere negli occhi.

Parlamentare con un individuo come Sharon, le cui concezioni politiche sono arcinote, rischia di trascinare Israele in un'avventura diplomatica e militare incomparabilmente pericolosa.

E' stupefacente che alcuni capi del campo delle colombe nel Partito laburista, quali Hayim Ramon in primo luogo, cooperano con Barak nel fare la corte alla Destra. Soltanto gente come il ministro Youli Tamir, i deputati Ouzi Baram e Nawaf Masalkha (laburisti), Ouri Savir e Dalia Rabin-Filosof hanno annunciato che non si presteranno, a nessun costo, alla costituzione di una coalizione con la Destra e con Sharon.

Il Primo Ministro deve sapere che una larga parte del "campo della pace" si metterà contro di lui, e che si ritroverà in minoranza nel governo verso il quale egli corre a rotta di collo.

Questo campo ha i mezzi per obbligare Barak a tentare tutte le vie per ricostituire il suo governo discutendo con i partiti ultra-ortodossi, Shass e Judaismo della Torah.

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SHARON E' CADUTO NELLA RETE
(dall'editoriale di "Maariv" del 31/10/2000)

Coloro che domandano come mai Barak non abbia firmato l'accordo del governo d'unione con il Presidente del Likoud, Ariel Sharon,- quando le differenze che ancora li separano erano minime- hanno ricevuto una risposta chiara, un po' cruda, in 3 parti:

primo - Barak nutre ancora qualche speranza nel processo negoziale con i Palestinesi. Un partenariato con Sharon è male accolto in Occidente e nel mondo arabo, e soprattutto da Bill Clinton- che deve ricevere prossimamente Barak a Washington;

secondo - Barak scruta da vicino ciò che succede all'interno del Likoud, e capisce perfettamente che Sharon, "messo ai ferri" da Nethanyahou, non può garantirgli un governo per tre anni;

terzo - Barak e il suo entourage non hanno mai smesso- parallelamente con i negoziati con Sharon- di lavorare all'opzione dello Shass.

Sharon, che credeva di sapere esattamente ciò che passa in questo partito, è caduto nella rete di una macchinazione piuttosto vistosa di Barak e Yossi Beilin.

Lo Shass ha vinto molto, ieri, quasi come ai bei tempi d'Arieh Déri. Ha concesso "una rete di sicurezza" di un mese a Barak, per il "tempo dell'emergenza", come desidera il grande pubblico - ma ha evitato che gli venisse appioppata l'immagine del "cacciatore di portafogli ministeriali".

Barak ha ottenuto ieri un rinvio di un mese supplementare, un po' d'aria per respirare, ma non è del tutto certo che egli ne trarrà profitto a lunga scadenza.Se crede di potere creare un nuovo governo sulla base dello Shass e del Meretz, può metterci una croce sopra.

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ELEZIONI IN EGITTO: I FRATELLI MUSULMANI IN PARLAMENTO
(in "El Watan" del 30/10/2000)

Fra i 1386 candidati in lizza per 134 seggi, si nota la presenza di 1000 "indipendenti". Dopo i risultati della prima fase, che si è conclusa martedì scorso, l'opposizione ha guadagnato fin qui 15 seggi, di cui 7 sono andati ai "Fratelli musulmani".

Il primo turno elettorale ha sanzionato il partito dominante, il Partito nazionale democratico (PND) che dal 1995 ha goduto di una vera e propria egemonia. Nel corso di questa prima fase elettorale varie figure note del PND hanno perduto il loro seggio, segnatamente ad Alessandria dove i "Fratelli musulmani", non graditi ma tollerati, hanno piazzato 6 dei loro.

Le elezioni legislative, che si sono svolte in un clima di tensione, costituiscono un test per il potere. Le cifre annunciate dal ministero dell'Interno sono state contestate dai partiti Wafd (liberale), che ha avuto solo 1 seggio, e del "Rassemblement di sinistra" che si ritrova con 3 deputati.

Certo, le cose per l'opposizione, che nella precedente Assemblea aveva 13 deputati, sono un po' migliorate, in attesa dei risultati definitivi della tornata di metà novembre, che toccherà la città del Cairo e altre importanti agglomerazioni.

La legge d'emergenza, emanata nel 1981 dopo l'assassinio del presidente Sadat, è sempre in vigore. Alcuni islamisti sono stati arrestati, prima dello svolgimento dello scrutinio che essi non volevano, e poi rilasciati. Questo scenario si ripete ad ogni fase elettorale. La novità consiste nel fatto che questa volta le operazioni elettorali sono controllate da magistrati, benché questi siano sotto l'influenza del potere.

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IL CANCELLIERE SCHROEDER IN MEDIO ORIENTE

Il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder è arrivato al Cairo il 28/10 da dove ha iniziato una visita che lo ha portato in Giordania, Libano, Israele, Territori palestinesi e in Siria.

Al Cairo ha incontrato il Primo ministro egiziano Atef Ebeid il quale- secondo l'agenzia Mena- ha richiesto pressioni internazionali per fare firmare ad Israele il trattato di non proliferazione nucleare e di far accettare le ispezioni dell'Agenzia internazionale dell'Energia atomica (AIEA).

Secondo gli esperti occidentali, lo Stato ebraico ha utilizzato il suo reattore nucleare di Dimona, nel deserto del Negev, per provare circa 200 testate nucleari, ma le autorità israeliane non hanno mai ammesso pubblicamente di possedere una tale arma.

Schroeder è stato ricevuto anche dal segretario generale della Lega degli stati arabi, Ebdel Meguid e dal presidente egiziano Hosni Moubarak, definito dal cancelliere tedesco come"il più importante dirigente arabo in Medio Oriente, per giungere alla pace nella regione".

A Damasco, il cancelliere tedesco è stato ricevuto dal giovane presidente siriano Bachar al-Assad con il quale ha discusso- secondo l'agenzia Sana- degli ultimi sviluppi della situazione nei territori occupati palestinesi e nella regione mediorientale.

Assad ha sottolineato che l'obiettivo dei negoziati deve essere quello di una pace giusta e globale nella regione e che la Siria è seriamente impegnata a proseguire la sua azione di pace.

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IMBRONCIATURA LIBICA
(in "Realites" del 26/10/2000)

Nella foto: Tripoli

La Libia ha richiamato il suo ambasciatore a Beirut. Secondo talune fonti, il motivo deve ricercarsi nel fatto che l'ambasciatore libico non è stato invitato ad assistere alla seduta inaugurale del nuovo Parlamento libanese, svoltasi il 17 ottobre.

Ricordiamo che il Parlamento libanese è presieduto da Nabih Berri che è, d'altronde, il leader del movimento sciita Amal, fondato dall'imam Moussa Sadr, sparito in Libia nel 1978.

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ACCORDO SIRIA - UNIONE EUROPEA
(in agenzia"Sana" del 19/10/2000)

La Siria e l'Unione Europea hanno firmato oggi due accordi: col primo l'Unione concede un contributo per il finanziamento e lo sviluppo delle istituzioni economiche pubbliche, mentre col secondo si assicura il rifornimento idrico alla campagna della città di Hama (centro della Siria).

L'U.E. verserà 28,5 milioni di euro per il finanziamento di questi due progetti.

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ECCELLENTI I RAPPORTI FRA ITALIA E PALESTINA

Da un comunicato della Farnesina , si apprende che, nel corso di un incontro svoltosi il 24 ottobre al Ministero degli Esteri tra il Capo di Gabinetto ambasciatore Luigi Guidobono Cavalchino e il Delegato Generale palestinese a Roma, Nemer Hammad, è stata evocata l'astensione italiana in occasione del voto, sulla risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU contro le azioni israeliane nei Territori Occupati. Nemer Hammad si è detto soddisfatto delle motivazioni alla base dell'atteggiamento italiano, illustrategli nella circostanza, e della conferma, ribaditagli nel corso del colloquio, che la politica italiana in Medio Oriente rimane immutata e caratterizzata tra l'altro dall'eccellente stato dei rapporti italo-palestinesi.

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L'ITALIA RIFIUTA DI PAGARE 260 MILIONI DI DOLLARI ALLA LIBIA
(in agenzia "Jana" del 27/10/2000)

Il governo italiano ha rifiutato di versare 260 milioni di dollari a titolo di risarcimento danni alla Jamahiriya libica.

Un accordo era stato firmato fra il Comitato popolare generale libico dell'economia e delle Finanze e l'Agenzia italiana di assicurazione delle esportazioni che ha rifiutato di versare i 260 milioni di dollari.

L'Italia, nel luglio del 1998, aveva presentato le scuse ufficiali alla Libia per i danni e le sofferenze causate alle popolazioni libiche durante la sua occupazione nel 1911. In una dichiarazione congiunta, l'Italia si era impegnata a risarcire il popolo libico delle conseguenze subite durante la colonizzazione.

La Libia ha commemorato la giornata del dolore in ricordo delle migliaia di libici deportati, agli inizi dell'occupazione italiana della Libia, nell'ottobre del 1911, verso le isole desertiche del sud dell'Italia, dove migliaia di esiliati sono morti a seguito di epidemie, di malattie, della fame e delle intemperie.

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ALGERIA - NATO: PRIMO INCONTRO UFFICIALE
(in "El watan" del 28/10/2000)

L'Algeria e la NATO hanno avuto, giovedì a Bruxelles, il loro primo incontro ufficiale, nel quadro del dialogo politico, aperto nel 1995, fra questa Alleanza e sei Paesi del Mediterraneo: Marocco, Egitto, Algeria, Tunisia, Israele, Giordania e Mauritania, benché questi ultimi due non appartengono a questo spazio geografico.

Questo incontro era molto atteso, dopo la risposta dell'Algeria in favore del dialogo mediterraneo, data esattamente 7 mesi addietro.E' dal 1998 che sono stati avviati i primi contatti fra le due parti, prima della visita ad Algeri dell'ammiraglio americano Joseph Lope, comandante in capo sud della NATO.

L'incontro di Bruxelles fra l'ambasciatore di Algeria e il Segretario generale della Nato non è che l'inizio del dialogo che non sfocerà in alcun caso nell'integrazione o nell'adesione alla Nato.

Il dialogo in questione tende unicamente a favorire l'instaurazione di buone relazioni nel contesto del Mediterraneo. Un approccio di questo tipo contribuisce anche a rafforzare la sicurezza e la stabilità nella regione e interviene a sostegno di altre attività internazionali quali il processo euro-mediterraneo di Barcellona e il processo di pace nel Medio-Oriente.

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IL PRESIDENTE CIAMPI ATTESO IN GIORDANIA
(in agenzia "Petra" del 28/10/2000)

Il Presidente italiano Carlo Azeglio Ciampi ha ricevuto al Quirinale l'ambasciatore giordano Omar Rifai che gli ha presentato le sue credenziali. Commentando l'ottimo stato delle relazioni giordano-italiane. Ciampi ha espresso la speranza di visitare la Giordania il prossimo febbraio.

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LEGA PER I DIRITTI UMANI TUNISINA: VITTORIA DEI RADICALI
(in agenzia "Pana" del 30/10/2000)

La lega tunisina dei diritti dell'uomo (LTDH) sembra avere optato per rapporti più duri col potere, se si giudica dal successo conseguito dai candidati favorevoli alla linea radicale nel  5° Congresso di questa ONG, simbolo del contropotere in Tunisia.

Una prima lettura della lista vincente, sostenuta apertamente dall'estrema sinistra e dagli islamisti, lascia apparire una prevalenza degli elementi "radicali" all'interno della più antica organizzazione del genere nel Maghreb e nel mondo arabo.

Sui 25 membri eletti- fra una sessantina di candidati- che compongono il nuovo Comitato direttivo della LTDH, più della metà sono considerati vicini al Partito operaio comunista tunisino (POCT/estrema sinistra- non riconosciuto) e agli islamisti, il cui partito "Ennahdha" (la rinascita) è interdetto.

Un altro fatto notevole di queste elezioni consiste nell'assenza fra gli eletti di rappresentanti del RCD, i cui tre candidati sono stati soppiantati.

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PRIMO VOLO DIRETTO DAMASCO-BAGDAD, DOPO 18 ANNI
(in "Syria online", ottobre 2000)

La Siria ha ricevuto l'autorizzazione dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU per far decollare un aereo verso Bagdad, il primo volo dopo 18 anni.

L'aereo siriano con a bordo ufficiali governativi, medici, rappresentanti di organizzazioni umanitarie e dei media è atterrato a Bagdad domenica.

Questo volo si effettua due settimane dopo che Russia e Francia avevano forzato le sanzioni e inviato propri aerei in Iraq. L'Airbus- 320 ha trasportato 10 tonnellate di medicinali e di aiuti umanitari. E' stato accolto dai ministri iracheni del commercio e dei trasporti.

Questo volo ha anche segnato l'inizio della ripresa delle relazioni fra Iraq e Siria.

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MAROCCO, PROIBITA MANIFESTAZIONE PER DIRITTI UMANI
(in agenzia "EFE" del 27/10/2000)

Le forze di polizia di Rabat hanno proibito oggi, venerdì, la manifestazione convocata dall'Associazione marocchina dei Diritti Umani (AMDH) davanti al ministero della Giustizia per chiedere la "verità" sui casi di desaparecidos in Marocco e perché siano giudicati i responsabili di tali atti.

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RABAT, COLLOQUIO SUI DIRITTI DELL'UOMO NEL MEDITERRANEO
(in "Le matin" del 23/10/2000)

Nella Foto: Rabath - Casbah

Concluso a Rabat il colloquio internazionale sui diritti dell'Uomo, le identità culturali e la coesione sociale nella regione mediterranea, co-organizzato dal ministero per i diritti umani e da Centro nord-sud. Secondo il ministro marocchino per i diritti dell'Uomo, Mohamed Aujjar, il Marocco vive attualmente, sotto il regno di S.M. il re Mohammed VI, una vera Rivoluzione bianca, aggiungendo che il sovrano è portatore di un progetto sociale e democratico, aperto e legato alla identità storica, nazionale e religiosa del Marocco.

Egli ha rilevato anche l'importanza del ruolo della società civile marocchina e delle ONG nello sviluppo e nel rafforzamento del processo democratico.

Il commissario ai diritti umani presso il consiglio d'Europa, Alvaro Jil Robles, ha sottolineato l'universalità dei diritti dell'Uomo, aggiungendo che questa nozione non può essere interpretata secondo le specificità culturali. I diritti umani sono un tutto indivisibile, tuttavia è molto difficile parlare di rispetto dei diritti umani in condizioni di guerra e di povertà.

I partecipanti hanno richiesto la creazione di una rete di comunicazione e di ricerca fra i Paesi del Nord e del Sud del Mediterraneo.Il colloquio, che ha proposto un osservatorio delle libertà e della tolleranza e di un comitato di saggi, ha rilevato che la politica d'immigrazione dei paesi europei non deve essere fondata sulla selezione e la repressione dettata da una visione di ordine pubblico.

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A GINEVRA I COLLOQUI PER LA CRISI DI CIPRO
(in "Cyprus News Journal" del 31/10/2000)

Il Presidente greco-cipriota Glafcos Clerides, arrivato a Ginevra a capo di una delegazione multipartita per prendere parte ai colloqui di pace sulla questione di Cipro, ha avuto una colazione di lavoro con l'inviato britannico sir David Hannay.

Questo quinto ciclo di negoziati si svolgerà sotto l'egida di Alvaro de Soto, osservatore speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite che avrà incontri separati con il presidente  Clerides e con il leader della comunità turco-cipriota Rauf Denktash.

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L'ONU INVALIDA LE SANZIONI USA CONTRO LA LIBIA
(in agenzia "Pana" del 27/10/2000)

L'assemblea generale dell'ONU ha votato una risoluzione con 136 voti a favore e 2 contrari (Usa e Israele) che invalida le sanzioni economiche e commerciali imposte alla Libia dagli Stati Uniti.

La risoluzione dell'ONU chiede l'abolizione di tutte le leggi unilaterali varate dagli USA, che superando le frontiere nazionali vorrebbero imporre misure economiche ingiuste, contrarie al diritto internazionale, a società e persone dipendenti da altri paesi.

La risoluzione invita anche a non riconoscere e a non mettere in atto le misure imposte da qualunque paese, in modo unilaterale, e anche le leggi che superano i limiti territoriali, poiché questa pratica è contraria ai principi del diritto internazionale.

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MAROCCO- TURCHIA, RELAZIONI PRIVILEGIATE
(in "Le Matin" del 24/10/2000)

Nella foto: Marocco - Fez

Nel corso di un incontro con il ministro della cultura M. Achaari, il segretario di stato turco, M. Gemici, ha sottolineato l'importanza degli scambi delle missioni culturali nei due paesi. In questo quadro s'inserisce il progetto di convenzione culturale turco-marocchina che dovrebbe dar vita alla cooperazione fra le agenzie MAP e Anatolia.

Col ministro degli esteri Fassi-Fihri sono stati discussi altri aspetti delle relazioni bilaterali ed esaminate le vie e i mezzi suscettibili di conferire a queste relazioni una dimensione privilegiata.

E' stata sottolineata l'importanza dello svolgimento della 7° sessione della commissione mista Marocco-Turchia. I due responsabili hanno esaminato la possibilità di rinforzare il quadro giuridico che regge le relazioni bilaterali per l'attuazione di nuovi strumenti quali la creazione di una zona di libero scambio e la firma di un accordo per evitare le doppie imposizioni.

Il ministro degli esteri marocchino si è congratulato con il rappresentante turco per la decisione assunta dall'U.E. di concedere alla Turchia lo statuto di candidato all'adesione.

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Numero 8 - ottobre 2000

( numeri precedenti )

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