( POLITICA )
ISRAELE:
LA CRISI DEL GOVERNO BARAK
IL BLUFF DEL GOVERNO DI UNIONE NAZIONALE L'aggiunta
di Ariel Sharon al governo di emergenza ricorda la storia (vera) dell'ufficiale
dei pompieri che aveva l'abitudine di far scoppiare incendi alla base
aerea di Ramat David per poi raccogliere complimenti e medaglie per il
modo esemplare con cui riusciva a domarli. Evidentemente, non s'immagina che Sharon sia salito sulla
Spianata delle Moschee nella speranza di provocare gli scontri che lo
avrebbero fatto riavvicinare alla città governativa. Se Barak ha effettivamente ragione, e Yasser Arafat non è
un partner per la pace, l'ingresso di Sharon nel governo farà il gioco
dei palestinesi. Arafat sa che nelle capitali arabe e anche in Occidente,
si parla di Sharon con lo stesso tono di cui si parla di Milosevic. Egli
sa anche che la "situazione di emergenza" è una condizione sine qua non
per l'ingresso del capo del Likoud nel governo. Di conseguenza, egli farà cessare i tiri su Guilo nel momento
in cui Barak cesserà di fare la corte a Sharon. Barak racconta che "lo Sharon di oggi non lo Sharon di ieri".
Supponiamo anche che Sharon abbia promesso a Barak che se egli dovesse
entrare nel governo, quest'ultimo potrà beneficiare della sua vecchia
esperienza nell'evacuazione delle colonie ebraiche. Chi ci può garantire che lo Sharon di domani manterrà le
promesse dello Sharon di oggi? Basta, d'altronde, gettare uno sguardo sul "piano di pace"
di Sharon, per scoprire che sarà un'eccellente piattaforma per una coalizione
con .Rehav'am Zèevi (estrema destra n.d.r.) E' legittimo dubitare che lo stesso Barak creda di poter trasformare Sharon in partner
politico, e di convincere il non partner Arafat di rinunciare al Diritto
del ritorno e al Monte del Tempio. Se egli vuole bombardare più violentemente
Beith Djalah, non ha bisogno della "rete di protezione" a destra. Per questo ha i generali dell'esercito.non ha bisogno di fare
appello al generale di divisione Ariel Sharon. La sola giustificazione circa la sua eventuale presenza nel
governo potrà essere motivata col fatto che egli sa "trattare"
meglio gli Arabi: con più forza, con più bombardamenti, con più perdite
umane. Quelli che raccomandano questo genere di metodi non hanno bisogno
di Barak-Sharon, loro da soli bastano... BISOGNA FERMARE
BARAK Barak chiede di persuadere i suoi amici di "Israele unito",
e anche il grande pubblico, che l'entrata del Likoud nel governo, sotto
l'egida di Ariel Sharon, non contraddica gli impegni presi verso il processo
di pace. Il Primo ministro getta polvere negli occhi. Parlamentare con un individuo come Sharon, le cui concezioni
politiche sono arcinote, rischia di trascinare Israele in un'avventura
diplomatica e militare incomparabilmente pericolosa. E' stupefacente che alcuni capi del campo delle colombe nel
Partito laburista, quali Hayim Ramon in primo luogo, cooperano con Barak
nel fare la corte alla Destra. Soltanto gente come il ministro Youli Tamir,
i deputati Ouzi Baram e Nawaf Masalkha (laburisti), Ouri Savir e Dalia
Rabin-Filosof hanno annunciato che non si presteranno, a nessun costo,
alla costituzione di una coalizione con la Destra e con Sharon. Il Primo Ministro deve sapere che una larga parte del "campo
della pace" si metterà contro di lui, e che si ritroverà in minoranza
nel governo verso il quale egli corre a rotta di collo. Questo campo ha i mezzi per obbligare Barak a tentare tutte
le vie per ricostituire il suo governo discutendo con i partiti ultra-ortodossi,
Shass e Judaismo della Torah. SHARON E' CADUTO NELLA RETE Coloro che domandano come mai Barak non abbia firmato l'accordo
del governo d'unione con il Presidente del Likoud, Ariel Sharon,- quando
le differenze che ancora li separano erano minime- hanno ricevuto una
risposta chiara, un po' cruda, in 3 parti: primo - Barak nutre ancora qualche speranza nel processo
negoziale con i Palestinesi. Un partenariato con Sharon è male accolto
in Occidente e nel mondo arabo, e soprattutto da Bill Clinton- che deve
ricevere prossimamente Barak a Washington; secondo - Barak scruta da vicino ciò che succede all'interno
del Likoud, e capisce perfettamente che Sharon, "messo ai ferri" da Nethanyahou,
non può garantirgli un governo per tre anni; terzo - Barak e il suo entourage non hanno mai smesso- parallelamente con i negoziati con Sharon- di lavorare all'opzione dello Shass. Sharon, che credeva di sapere esattamente ciò che passa in
questo partito, è caduto nella rete di una macchinazione piuttosto vistosa
di Barak e Yossi Beilin. Lo Shass ha vinto molto, ieri, quasi come ai bei tempi d'Arieh
Déri. Ha concesso "una rete di sicurezza" di un mese a Barak, per il "tempo
dell'emergenza", come desidera il grande pubblico - ma ha evitato che
gli venisse appioppata l'immagine del "cacciatore di portafogli ministeriali". Barak ha ottenuto ieri un rinvio di un mese supplementare,
un po' d'aria per respirare, ma non è del tutto certo che egli ne trarrà
profitto a lunga scadenza.Se crede di potere creare un nuovo governo sulla
base dello Shass e del Meretz, può metterci una croce sopra. ELEZIONI IN
EGITTO: I FRATELLI MUSULMANI IN PARLAMENTO Fra
i 1386 candidati in lizza per 134 seggi, si nota la presenza di 1000 "indipendenti".
Dopo i risultati della prima fase, che si è conclusa martedì scorso, l'opposizione
ha guadagnato fin qui 15 seggi, di cui 7 sono andati ai "Fratelli musulmani". Il primo turno elettorale ha sanzionato il partito dominante,
il Partito nazionale democratico (PND) che dal 1995 ha goduto di una vera
e propria egemonia. Nel corso di questa prima fase elettorale varie figure
note del PND hanno perduto il loro seggio, segnatamente ad Alessandria
dove i "Fratelli musulmani", non graditi ma tollerati, hanno piazzato
6 dei loro. Le elezioni legislative, che si sono svolte in un clima di
tensione, costituiscono un test per il potere. Le cifre annunciate dal
ministero dell'Interno sono state contestate dai partiti Wafd (liberale),
che ha avuto solo 1 seggio, e del "Rassemblement di sinistra" che si ritrova
con 3 deputati. Certo, le cose per l'opposizione, che nella precedente Assemblea
aveva 13 deputati, sono un po' migliorate, in attesa dei risultati definitivi
della tornata di metà novembre, che toccherà la città del Cairo e altre
importanti agglomerazioni. La legge d'emergenza, emanata nel 1981 dopo l'assassinio
del presidente Sadat, è sempre in vigore. Alcuni islamisti sono stati
arrestati, prima dello svolgimento dello scrutinio che essi non volevano,
e poi rilasciati. Questo scenario si ripete ad ogni fase elettorale. La
novità consiste nel fatto che questa volta le operazioni elettorali sono
controllate da magistrati, benché questi siano sotto l'influenza del potere. IL CANCELLIERE SCHROEDER IN MEDIO ORIENTE Il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder è arrivato al Cairo
il 28/10 da dove ha iniziato una visita che lo ha portato in Giordania,
Libano, Israele, Territori palestinesi e in Siria. Al Cairo ha incontrato il Primo ministro egiziano Atef Ebeid
il quale- secondo l'agenzia Mena- ha richiesto pressioni internazionali
per fare firmare ad Israele il trattato di non proliferazione nucleare
e di far accettare le ispezioni dell'Agenzia internazionale dell'Energia
atomica (AIEA). Secondo gli esperti occidentali, lo Stato ebraico ha utilizzato
il suo reattore nucleare di Dimona, nel deserto del Negev, per provare
circa 200 testate nucleari, ma le autorità israeliane non hanno mai ammesso
pubblicamente di possedere una tale arma. Schroeder è stato ricevuto anche dal segretario generale
della Lega degli stati arabi, Ebdel Meguid e dal presidente egiziano Hosni
Moubarak, definito dal cancelliere tedesco come"il più importante dirigente
arabo in Medio Oriente, per giungere alla pace nella regione". A Damasco, il cancelliere tedesco è stato ricevuto dal giovane
presidente siriano Bachar al-Assad con il quale ha discusso- secondo l'agenzia
Sana- degli ultimi sviluppi della situazione nei territori occupati palestinesi
e nella regione mediorientale. Assad ha sottolineato che l'obiettivo dei negoziati deve
essere quello di una pace giusta e globale nella regione e che la Siria
è seriamente impegnata a proseguire la sua azione di pace. IMBRONCIATURA
LIBICA La
Libia ha richiamato il suo ambasciatore a Beirut. Secondo talune fonti,
il motivo deve ricercarsi nel fatto che l'ambasciatore libico non è stato
invitato ad assistere alla seduta inaugurale del nuovo Parlamento libanese,
svoltasi il 17 ottobre. Ricordiamo che il Parlamento libanese è presieduto da Nabih
Berri che è, d'altronde, il leader del movimento sciita Amal, fondato
dall'imam Moussa Sadr, sparito in Libia nel 1978. ACCORDO SIRIA
- UNIONE EUROPEA La Siria e l'Unione Europea hanno firmato oggi due accordi:
col primo l'Unione concede un contributo per il finanziamento e lo sviluppo
delle istituzioni economiche pubbliche, mentre col secondo si assicura
il rifornimento idrico alla campagna della città di Hama (centro della
Siria). L'U.E. verserà 28,5 milioni di euro per il finanziamento
di questi due progetti. Da un comunicato della Farnesina , si apprende che, nel corso
di un incontro svoltosi il 24 ottobre al Ministero degli Esteri tra il
Capo di Gabinetto ambasciatore Luigi Guidobono Cavalchino e il Delegato
Generale palestinese a Roma, Nemer Hammad, è stata evocata l'astensione
italiana in occasione del voto, sulla risoluzione dell'Assemblea generale
dell'ONU contro le azioni israeliane nei Territori Occupati. Nemer Hammad
si è detto soddisfatto delle motivazioni alla base dell'atteggiamento
italiano, illustrategli nella circostanza, e della conferma, ribaditagli
nel corso del colloquio, che la politica italiana in Medio Oriente rimane
immutata e caratterizzata tra l'altro dall'eccellente stato dei rapporti
italo-palestinesi. L'ITALIA RIFIUTA DI PAGARE 260 MILIONI
DI DOLLARI ALLA LIBIA Il governo italiano ha rifiutato di versare 260 milioni di
dollari a titolo di risarcimento danni alla Jamahiriya libica. Un accordo era stato firmato fra il Comitato popolare generale
libico dell'economia e delle Finanze e l'Agenzia italiana di assicurazione
delle esportazioni che ha rifiutato di versare i 260 milioni di dollari. L'Italia, nel luglio del 1998, aveva presentato le scuse
ufficiali alla Libia per i danni e le sofferenze causate alle popolazioni
libiche durante la sua occupazione nel 1911. In una dichiarazione congiunta,
l'Italia si era impegnata a risarcire il popolo libico delle conseguenze
subite durante la colonizzazione. La Libia ha commemorato la giornata del dolore in ricordo
delle migliaia di libici deportati, agli inizi dell'occupazione italiana
della Libia, nell'ottobre del 1911, verso le isole desertiche del sud
dell'Italia, dove migliaia di esiliati sono morti a seguito di epidemie,
di malattie, della fame e delle intemperie. ALGERIA - NATO:
PRIMO INCONTRO UFFICIALE Questo incontro era molto atteso, dopo la risposta dell'Algeria
in favore del dialogo mediterraneo, data esattamente 7 mesi addietro.E'
dal 1998 che sono stati avviati i primi contatti fra le due parti, prima
della visita ad Algeri dell'ammiraglio americano Joseph Lope, comandante
in capo sud della NATO. L'incontro di Bruxelles fra l'ambasciatore di Algeria e il
Segretario generale della Nato non è che l'inizio del dialogo che non
sfocerà in alcun caso nell'integrazione o nell'adesione alla Nato. Il dialogo in questione tende unicamente a favorire l'instaurazione
di buone relazioni nel contesto del Mediterraneo. Un approccio di questo
tipo contribuisce anche a rafforzare la sicurezza e la stabilità nella
regione e interviene a sostegno di altre attività internazionali quali
il processo euro-mediterraneo di Barcellona e il processo di pace nel
Medio-Oriente. IL PRESIDENTE
CIAMPI ATTESO IN GIORDANIA LEGA PER I
DIRITTI UMANI TUNISINA: VITTORIA DEI RADICALI Una prima lettura della lista vincente, sostenuta apertamente
dall'estrema sinistra e dagli islamisti, lascia apparire una prevalenza
degli elementi "radicali" all'interno della più antica organizzazione
del genere nel Maghreb e nel mondo arabo. Sui 25 membri eletti- fra una sessantina di candidati- che
compongono il nuovo Comitato direttivo della LTDH, più della metà sono
considerati vicini al Partito operaio comunista tunisino (POCT/estrema
sinistra- non riconosciuto) e agli islamisti, il cui partito "Ennahdha"
(la rinascita) è interdetto. Un altro fatto notevole di queste elezioni consiste nell'assenza
fra gli eletti di rappresentanti del RCD, i cui tre candidati sono stati
soppiantati. PRIMO VOLO
DIRETTO DAMASCO-BAGDAD, DOPO 18 ANNI La Siria ha ricevuto l'autorizzazione dal Consiglio di Sicurezza
dell'ONU per far decollare un aereo verso Bagdad, il primo volo dopo 18
anni. L'aereo siriano con a bordo ufficiali governativi, medici,
rappresentanti di organizzazioni umanitarie e dei media è atterrato a
Bagdad domenica. Questo volo si effettua due settimane dopo che Russia e Francia
avevano forzato le sanzioni e inviato propri aerei in Iraq. L'Airbus-
320 ha trasportato 10 tonnellate di medicinali e di aiuti umanitari. E'
stato accolto dai ministri iracheni del commercio e dei trasporti. Questo volo ha anche segnato l'inizio della ripresa delle
relazioni fra Iraq e Siria. MAROCCO, PROIBITA
MANIFESTAZIONE PER DIRITTI UMANI Le forze di polizia di Rabat hanno proibito oggi, venerdì,
la manifestazione convocata dall'Associazione marocchina dei Diritti Umani
(AMDH) davanti al ministero della Giustizia per chiedere la "verità" sui
casi di desaparecidos in Marocco e perché siano giudicati i responsabili
di tali atti. RABAT, COLLOQUIO
SUI DIRITTI DELL'UOMO NEL MEDITERRANEO Concluso
a Rabat il colloquio internazionale sui diritti dell'Uomo, le identità
culturali e la coesione sociale nella regione mediterranea, co-organizzato
dal ministero per i diritti umani e da Centro nord-sud. Secondo il ministro
marocchino per i diritti dell'Uomo, Mohamed Aujjar, il Marocco vive attualmente,
sotto il regno di S.M. il re Mohammed VI, una vera Rivoluzione bianca,
aggiungendo che il sovrano è portatore di un progetto sociale e democratico,
aperto e legato alla identità storica, nazionale e religiosa del Marocco. Egli ha rilevato anche l'importanza del ruolo della società
civile marocchina e delle ONG nello sviluppo e nel rafforzamento del processo
democratico. Il commissario ai diritti umani presso il consiglio d'Europa,
Alvaro Jil Robles, ha sottolineato l'universalità dei diritti dell'Uomo,
aggiungendo che questa nozione non può essere interpretata secondo le
specificità culturali. I diritti umani sono un tutto indivisibile, tuttavia
è molto difficile parlare di rispetto dei diritti umani in condizioni
di guerra e di povertà. I partecipanti hanno richiesto la creazione di una rete di
comunicazione e di ricerca fra i Paesi del Nord e del Sud del Mediterraneo.Il
colloquio, che ha proposto un osservatorio delle libertà e della tolleranza
e di un comitato di saggi, ha rilevato che la politica d'immigrazione
dei paesi europei non deve essere fondata sulla selezione e la repressione
dettata da una visione di ordine pubblico. A GINEVRA I
COLLOQUI PER LA CRISI DI CIPRO Il Presidente greco-cipriota Glafcos Clerides, arrivato a
Ginevra a capo di una delegazione multipartita per prendere parte ai colloqui
di pace sulla questione di Cipro, ha avuto una colazione di lavoro con
l'inviato britannico sir David Hannay. Questo quinto ciclo di negoziati si svolgerà sotto l'egida
di Alvaro de Soto, osservatore speciale del Segretario generale delle
Nazioni Unite che avrà incontri separati con il presidente Clerides e con il leader della comunità turco-cipriota Rauf Denktash. L'ONU INVALIDA LE SANZIONI USA CONTRO
LA LIBIA L'assemblea generale dell'ONU ha votato una risoluzione con
136 voti a favore e 2 contrari (Usa e Israele) che invalida le sanzioni
economiche e commerciali imposte alla Libia dagli Stati Uniti. La risoluzione dell'ONU chiede l'abolizione di tutte le leggi
unilaterali varate dagli USA, che superando le frontiere nazionali vorrebbero
imporre misure economiche ingiuste, contrarie al diritto internazionale,
a società e persone dipendenti da altri paesi. La risoluzione invita anche a non riconoscere e a non mettere
in atto le misure imposte da qualunque paese, in modo unilaterale, e anche
le leggi che superano i limiti territoriali, poiché questa pratica è contraria
ai principi del diritto internazionale. MAROCCO- TURCHIA, RELAZIONI PRIVILEGIATE Nel
corso di un incontro con il ministro della cultura M. Achaari, il segretario
di stato turco, M. Gemici, ha sottolineato l'importanza degli scambi delle
missioni culturali nei due paesi. In questo quadro s'inserisce il progetto
di convenzione culturale turco-marocchina che dovrebbe dar vita alla cooperazione
fra le agenzie MAP e Anatolia. Col ministro degli esteri Fassi-Fihri sono stati discussi
altri aspetti delle relazioni bilaterali ed esaminate le vie e i mezzi
suscettibili di conferire a queste relazioni una dimensione privilegiata. E' stata sottolineata l'importanza dello svolgimento della
7° sessione della commissione mista Marocco-Turchia. I due responsabili
hanno esaminato la possibilità di rinforzare il quadro giuridico che regge
le relazioni bilaterali per l'attuazione di nuovi strumenti quali la creazione
di una zona di libero scambio e la firma di un accordo per evitare le
doppie imposizioni. Il ministro degli esteri marocchino si è congratulato con il rappresentante turco per la decisione assunta dall'U.E. di concedere alla Turchia lo statuto di candidato all'adesione. |
Numero 8 - ottobre 2000
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