( L'INTERVENTO ) CONFERENZA
INFORMALE EURO-MEDITERRANEA SULLA RICERCA, SCIENZA E TECNOLOGIA
(Capri, 29-30 settembre 2000) Sinergia fra il
V Programma Quadro e MEDA II (Amb. Antonio Badini-Direttore
Generale
Mediterraneo e Medio Oriente)
Sono molto
lieto ed onorato di introdurre la discussione di oggi sullo stato e
le prospettive della ricerca, scienza e tecnologia nel Partenariato
euro-mediterraneo. Nella mia breve esposizione intenderei attenermi
ai dati obiettivi e alle conoscenze che sono frutto della mia personale
esperienza non solo come Direttore Generale al Ministero degli Affari
Esteri ma anche come rappresentante italiano al Comitato Euro-mediterraneo. La natura
informale di questa Riunione Ministeriale tra Paesi che maggiormente
condividono la vocazione euro-mediterranea mi induce ad esprimermi con
franchezza. Credo che la maniera più efficace di correggere il tiro
in una data situazione sia innanzitutto quella di prendere conoscenza
degli errori e delle insufficienze che la caratterizzano. L'UE non
ha dato finora adeguato rilievo al ruolo che la ricerca, la sicurezza
e la tecnologia sono chiamate a svolgere nella sfida che i partner mediterranei
devono affrontare e vincere per far parte, all'orizzonte dell'anno 2010,
della zona di libero scambio euro-mediterranea. Ne ha riconosciuto e
continua a riconoscerne l'importanza, ma non ha lanciato programmi credibili
e coerenti, né ha elaborato un quadro di insieme per orientare le misure
governative e le strategie dei partner della riva sud e sostenerne l'attuazione. Questa riunione
è quindi altamente tempestiva specie tenendo conto che essa si svolge
ad un mese e mezzo dalla Conferenza di Marsiglia del 16-17 novembre
prossimo, che dovrebbe rappresentare una propizia occasione per dare
nuovo impluso al grande progetto del Partenariato euro-mediterraneo
istituito cinque anni fa dalla Dichiarazione di Barcellona. Va detto
che nella Comunicazione inviata nelle scorse settimane dalla Commissione
al Consiglio e al Parlamento Europeo, in cui si preconizza "un nuovo
slancio per il processo di Barcellona", non vi sono riferimenti significativi
al contributo che la RST può dare alla transizione economica verso il
libero scambio.
Vale la pena ricordare che la cooperazione finanziaria posta
in opera dall'UE per l'attuazione del partenariato con i Paesi della
riva sud del Mediterraneo ammonta complessivamente a 4.422 MEURO, mentre
nello stesso periodo la BEI ha concesso in favore della regione mediterranea
prestiti per 4.672 MEURO.
Della complessiva "enveloppe" di 9.094 MEURO, solo una frazione
modestissima è stata destinata a iniziative di sviluppo della ricerca.
Come noto, la Strategia della Collaborazione regionale o multilaterale
prevede sette settori prioritari: Energia, Ambiente, Acqua, Trasporti,
Telecomunicazioni, Industria e Società dell'Informazione. La RST non
è stata individuata come campo di intervento a sé stante, ma ne è stata
riconosciuta e sottolineata la dimensione orizzontale, all'interno cioè
dei singoli settori di attività.
Se vogliamo tirare una prima lezione dal periodo iniziale di
funzionamento del Partenariato dobbiamo constatare che questo approccio-
pur corretto- non ha dato risultati accettabili. In un solo settore,
quello dell'Industria, è infatti previsto espressamente un asse per
l'innovazione e la tecnologia. Si tratta però di un programma deciso
solo recentemente, nel giugno scorso, e quindi non ancora collaudato.
La Commissione ha annunciato l'intenzione di lanciare entro quest'anno
un programma sulla qualità e l'innovazione destinato alle PMI per un
importo di 10-15 MEURO. Il programma verosimilmente valorizzerà solo
alcune delle potenzialità delle RST e inoltre si dirigerà unicamente
alle PMI. Si tratta di un progresso comunque apprezzabile e di un segnale
da incoraggiare.
Anche nella Società dell'Informazione è stato lanciato un programma
denominato EUMEDIS che dispone di 45 MEURO. L'oggetto del programma
è quello di incoraggiare la creazione di reti tra Istituzioni che possano
aiutare il processo di informatizzazione, interconnessioni, e progetti
pilota sulle applicazioni informatiche particolari. Si tratta di un'azione
certamente significativa, ma avulsa da un quadro di ancoraggio strategico
che abbracci tutte le possibili forme suscettibili di radicare nei partner
una cultura della ricerca con quello che ciò implica. Non è valutabile,
ad esempio, l'impatto sul sistema di insegnamento, sullo sviluppo istituzionale
e delle infrastrutture destinate ad aiutare il processo di ammodernamento
e in generale il progresso scientifico e tecnologico. E' noto che oggi
è proprio questo comparto che fa registrare i divari maggiori fra Nord
e Sud del Mediterraneo.
Resta tra l'altro estraneo il settore dell'agricoltura, che assume
per i partner mediterranei una elevata valenza economica, sociale e
culturale. E ciò nonostante il quadro d'intervento proposto dal Forum
euro-mediterraneo sulla cooperazione in agricoltura e nell'industria
agro-alimentare, tenutosi proprio qui a Capri il 21-23 settembre del
1998 e al quale presero parte attivamente esponenti del mondo scientifico
e delle Associazioni Professionali di tutti i Paesi oggi qui rappresentati.
Ora si è provveduto a colmare la lacuna, includendo la collaborazione
nel settore agricolo fra gli indirizzi del documento di strategia regionale
2000-2006. Ma manca anche qui la verifica dei fatti.
Un'altra importante lezione che possiamo trarre dall'esperienza
dei primi 5 anni di attività del partenariato è costituita dal basso
tasso dei finanziamenti effettivamente utilizzati, che raggiunge il
30% solo grazie ai programmi di aggiustamento strutturale, che sono
a esborso rapido. Qualora ci riferissimo ai soli progetti di cooperazione
il tasso dei pagamenti effettivi scenderebbe ad appena il 10%.
Eppure, se diamo uno sguardo d'insieme ai programmi dell'Unione
Europea notiamo che il tasso di utilizzo dei crediti disponibili è molto
superiore. Oggi, fra le misure che vengono proposte per elevare il tasso
di utilizzazione, figura una più ampia decentralizzazione. Dobbiamo
chiederci come il ricorso a tale misura possa toccare la RST.
A nostro avviso almeno in tre modi. Innanzitutto, coinvolgendo
meglio le pertinenti Istituzioni dei partners mediterranei dando maggiori
poteri agli organi rappresentativi del Partenariato, così da fare meglio
ascoltare e valutare le aspettative le aspirazioni dei partners. Può
sovvenire al riguardo il Comitato dei Seguiti o Comitato di monitoraggio
che è stato il primo ad essere istituito ancor prima della adozione
della Dichiarazione di Barcellona ma al quale purtroppo non sono state,
di fatto, riconosciute prerogative di elaborazione strategica e di decisione.
Secondariamente, affidando alla DGXII compiti di analisi e di
proposta per l'esecuzione di programmi e iniziative coerenti con un
quadro d'insieme da concordare preventivamente.
Terzo, realizzando una sinergia tra il Quinto Programma Quadro
di Ricerca e Sviluppo delle Tecnologie e il Programma MEDA. Andrebbe
al riguardo sicuramente aumentato lo stanziamento dei Programmi INCO,
sulla cooperazione internazionale, ma soprattutto sarebbe utile, nel
quadro del complessivo Programma MEDA, destinare una quota adeguata
alla RST per estendere ai partner le positive esperienze e i risultati
ottenuti in seno al Quinto Programma Quadro. Sono certamente
incoraggianti le prime proposte di sinergie rafforzate contenute nel
documento SEC (2000) 933 del 31 maggio 2000, elaborato dai Servizi della
Commissione. Le proposte mirano ad aprire lo spazio europeo della ricerca
sul Mediterraneo ricorrendo a MEDA e al Quinto Programma Quadro e suggeriscono,
correttamente, quale metodo per selezionare le priorità d'azione e definire
gli indirizzi e orientamenti di tener conto del dialogo politico condotto
in seno al Comitato di Barcellona e al Comitato dei Seguiti.
Sarebbe certamente utile che il documento soprarichiamato sulle
Sinergie rafforzate in materia di ricerca venisse esaminato dal Comitato
euro-mediterraneo nell'ambito della preparazione della Conferenza di
Marsiglia. Inoltre, occorrerebbe che nelle conclusioni della Conferenza
di Marsiglia venissero incluse un certo numero di disposizioni atte
a porre rimedio alle insufficienze e ai ritardi nello sviluppo della
ricerca. Un compito di proposizione spetta alla presidenza francese
del Consiglio, mentre i rappresentanti al Comitato Euro-med dei Paesi
oggi presenti potrebbero farsi carico di una azione di incoraggiamento
e di appoggio.
E' parallelamente importante che la DG Relex affidi alla DGXII
un compito di proposta, così come essa ha fatto con altre Direzioni
Generali, e in particolare con quella competente per l'Ambiente. Ciascun
Paese dovrebbe altresì nominare una Istituzione di riferimento - da
collegare in rete - per discutere e approvare concrete iniziative, siano
esse adottate autonomamente in seno al programma MEDA siano esse l'estensione
ai partner mediterranei di esperienze e progetti avviati in seno al
Programma INCO. Con un appropriato stanziamento di bilancio si potrebbero
così mettere in opera programmi e iniziative in tempi relativamente
rapidi, secondo criteri razionali della decentralizzazione, del co-finanziamento
e della sub-regionalità.
Possiamo da qui alla Conferenza di Marsiglia operare di concerto
per restituire ai Programmi di ricerca l'importanza che essi meritano
ricollocandoli nell'agenda prioritaria del Partenariato euro-mediterraneo. ( torna su )
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Numero 7 - settembre 2000
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