Nel Mediterraneo resiste ancora un muro che divide in due Nicosia, la capitale di Cipro, e un popolo che in uno ha vissuto per secoli ed in uno ha combattuto per l'indipendenza dell'isola. Oltre il muro, esiste un confine armato fra due comunità, greco e turco ciprioti, che si riconoscono in due distinte entità statuali create con l'intento di sancire la spartizione definitiva di Cipro. A
differenza del muro di Berlino, che simboleggiava la dura contrapposizione
est-ovest o se si preferisce fra Nato e Patto di Varsavia, il muro di
Nicosia divide due comunità che si richiamano a Paesi, Grecia e Turchia,
entrambi appartenenti alla stessa organizzazione militare ( la Nato),
e orbitanti intorno alla prospettiva europea e mediterranea: la Grecia
come paese membro della U.E. e la Turchia come paese Per
altro, la contrapposizione fra le due comunità rende molto più complesso
l'iter per l'adesione di Cipro all'Unione Europea. Quasi nessuno parla o scrive
di Cipro, se non quando succede qualcosa di grave. Sembra che questa Isola
bellissima, da sempre punto privilegiato di scambio fra Europa e Medio
Oriente, debba scontare in eterno le colpe di un pugno di reazionari di
destra che, con il loro avventurismo, hanno minato le basi della pacifica
convivenza dei ciprioti. Per
dare un'idea della condizione di questa importante Isola mediterranea
pubblichiamo stralci di un recente rapporto elaborato dal Servizio Studi
della Camera dei Deputati, con l'ausilio documentale del Ministero italiano
degli affari esteri, che ringraziamo per la gentile concessione. (
torna su ) Cipro ha ottenuto l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1960, in seguito alla campagna antibritannica dell'EOKA, movimento guerrigliero greco-cipriota guidato all'Arcivescovo Makarios, capo della Chiesa greco-ortodossa di Cipro. Dopo l'indipendenza, ottenuta grazie ad un accordo sulla Costituzione delle due comunità greco-cipriota e turco-cipriota, Makarios fu eletto Presidente. Subito dopo, nel 1963, iniziarono i contrasti fra i rappresentanti delle due comunità a proposito di talune interpretazioni della Costituzione che indussero i turco-ciprioti a ritirarsi dal governo. Ebbe così inizio il conflitto interetnico che indusse l'ONU a dispiegare, nel 1964, nell'isola un contingente di pace. Nel 1967-68 fu formata un'Amministrazione provvisoria turco cipriota. Nel luglio 1974, la giunta militare al potere ad Atene sostenne un tentativo di colpo di Stato guidato da estremisti greco-ciprioti ostili a Makarios, accusato di simpatie filo comuniste e di avere abbandonato la prospettiva di ricongiunzione alla Grecia. La Turchia, richiamandosi al Trattato di garanzia del 1960, intervenne militarmente a protezione della comunità turco-cipriota e, in un'offensiva in due fasi, le sue truppe occuparono il 38% dell'Isola. Molti greco-ciprioti si rifugiarono al sud, mentre molti turco-ciprioti scapparono al nord. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha unanimemente condannato l'invasione, appellandosi al ritiro delle truppe straniere e al rientro dei rifugiati, ma senza risultati. Da allora, la parte sud dell'isola è rimasta sotto controllo del Governo di Cipro e la parte nord di un' Amministrazione autonoma turco-cipriota, sostenuta dalla presenza di truppe turche, con un contingente armato di circa 36.000 uomini. Nel 1984, tale Amministrazione si è proclamata "Repubblica turca di Cipro del nord", ma è stata sin qui riconosciuta solo dalla Turchia, mentre il Governo della Repubblica di Cipro è internazionalmente riconosciuto come avente giurisdizione sull'intera isola. Le forze di peace keeping dell'ONU mantengono una zona cuscinetto fra le due parti.Tra le due parti dell'isola esiste un limitato movimento di persone e nessuno scambio di beni e servizi. ( torna su ) LA CRISI DEI MISSILILa tensione nell'Isola ha subito una brusca impennata alla metà di agosto del 1996, quando la reazione delle forze di sicurezza della zona turco-cipriota verso manifestazioni di protesta contro la divisione dell'isola, provenienti dalla zona greco-cipriota, ha provocato due morti e decine di feriti. La situazione è stata ulteriormente aggravata, nei primi giorni del gennaio 1997, dalla notizia della firma, da parte del Governo greco-cipriota, di un contratto con la Russia per l'acquisto di un contingente di missili terra-aria S-300 i quali, pur avendo caratteristiche difensive, con il loro raggio di azione di circa 150 km potrebbero colpire obiettivi in volo nello spazio aereo turco. Il 13 luglio 1998, alla notizia che i Presidenti cipriota Klerides e Boris Eltsin avrebbero confermato il contratto per la fornitura dei missili vi è stata l'immediata reazione del leader turco-cipriota Rauf Denktash che è tornato a minacciare una rappresaglia da parte della Turchia volta a garantire la sicurezza della Repubblica turca di Cipro del nord. Di fronte all'irrigidimento della Turchia e al malcontento manifestato dagli USA e dai Paesi europei, alla fine di dicembre del 1998, il presidente Klerides ha deciso di rinunciare all'installazione degli S-300 preannunciando la possibilità di negoziare un nuovo accordo con la Russia per dislocare i missili nell'isola greca di Creta, da dove non sarebbero in grado di raggiungere lo spazio aereo turco. L'accordo formale tra Grecia e Cipro per il dispiegamento degli S-300 sull'isola di Creta viene firmato ad Atene l'8 febbraio 1999. Nel maggio del 1999, al termine di alterne vicende durate oltre un anno, il governo di Cipro sembra orientarsi definitivamente ad acquistare dall'azienda italiana "Alenia Difesa" altri sistemi missilistici antiaerei "Aspide". Il governo italiano aveva, infatti, deciso di sospendere l'esportazione dei missili a Cipro per evitare di contribuire ad una escalation della tensione tra il governo cipriota e quello turco. Un altro cambiamento nella politica greco-cipriota avviene con la crisi nel Kosovo. Mentre l'opinione pubblica si oppone fortemente ai bombardamenti della NATO, il governo accantona i tradizionali legami con la Serbia, basati sulla comune religione ortodossa e su vari decenni di cooperazione politica all'interno del gruppo dei Paesi non allineati. Come candidata a far parte della UE, la Repubblica di Cipro ha, infatti, sostenuto l'embargo petrolifero contro la Serbia e bandito dall'isola i collaboratori di Milosevic. L'urgenza di una soluzione della questione cipriota si è accentuata negli ultimi anni alla luce dell'avvio del negoziato di adesione all'UE e della questione dei missili russi. I primi colloqui tra le due comunità cipriote, miranti ad una riunificazione dell'isola, si sono svolti, sotto l'egida delle Nazioni Unite, nei pressi di New York dall'8 al 15 luglio 1997.indi a Nicosia presso le sede del rappresentante dell'ONU e dall'11 al 14 agosto a Glion, in Svizzera. Le trattative si arenano sulla questione dell'adesione di Cipro all'Unione Europea, in seguito alla decisione della Commissione europea d'inserire Cipro tra i 6 paesi con cui avviare i negoziati per l'adesione nel 1998 e tra i quali non è compresa la Turchia. Da parte loro la Turchia e la Repubblica turca di Cipro del nord si accordano per avviare un processo d'integrazione parziale, parallelo a quello di adesione di Cipro all'UE. Il 31 marzo 1998 si aprono intanto ufficialmente a Bruxelles i negoziati per l'allargamento dell'Unione Europea, ma i turco-ciprioti, pur essendo stati invitati, decidono di non partecipare alle trattative fintanto che la comunità internazionale non riconoscerà di fatto la sovranità della Repubblica turca di Cipro del nord. Il 9 novembre 1998 Francia, Germania, Italia e Paesi Bassi sottoscrivono una dichiarazione congiunta in cui affermano sostanzialmente che Cipro, per aspirare ad essere ammessa nella UE, dovrà prima di tutto trovare una soluzione politica allo status di divisione dell'isola: l'ipotesi sarebbe quella di una federazione di due zone e comunità distinte. Questa posizione non è ovviamente condivisa dalla Grecia che minaccia anzi di bloccare l'intero processo di allargamento nel caso in cui Cipro venga esclusa dal gruppo di candidati. Rauf Denktash ha proposto quale"soluzione durevole" per Cipro la creazione di una Confederazione di due Stati su basi di uguaglianza politica ed indipendenza delle rispettive istituzioni, legate da accordi speciali "simmetrici" a Turchia e Grecia e con il mantenimento del Trattato di garanzia del 1960. La Confederazione, così strutturata, potrebbe proseguire l'adesione all'UE sulla base del consenso di entrambi gli Stati confederati, mentre, nelle more dell'adesione della Turchia all'UE, ad Ankara dovrebbero essere riconosciuti tutti i diritti e i doveri di uno Stato membro dell'UE per quanto riguarda la Confederazione di Cipro. La proposta, sostenuta da Ankara, è stata però respinta da Nicosia e dalla Grecia in quanto contraria al quadro negoziale delineato dalle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, miranti alla costituzione di una Federazione bicomunale e bizonale. Nel corso del vertice G-8 tenutosi a Colonia nel giugno 1999 viene affrontato anche il problema della riunificazione di Cipro. Nel documento finale si invita il Segretario generale dell'ONU, Kofi Annan, a convocare i leaders delle due comunità cipriote a New York, affinché essi riprendano le trattative senza precondizioni e si impegnino in buona fede a trovare un accordo. Il leader turco-cipriota Dektash respinge però anche questa ultima iniziativa, sostenuta dagli USA in una recente visita del segretario alla difesa William Cohen in Grecia e in Turchia, e anche dal Consiglio di sicurezza che, con la risoluzione n. 1250 del 29 giugno 1999, chiede al Segretario generale d'invitare le due parti in causa ad incontrarsi il prossimo autunno sulla base di alcuni principi fissati nella stessa risoluzione. Nella medesima data il Consiglio adotta anche la Risoluzione 1251 con la quale viene ulteriormente prorogato, fino al 15 dicembre 1999, il mandato della forza di pace a Cipro (UNFICYP), che è presente nell'isola dal 1964 e di cui fanno parte 1265 soldati. Quanto al problema della sicurezza sull'isola, Nicosia propone, in particolare dal 1993, la totale smilitarizzazione dell'isola e la presa in carico dei costi di finanziamento di una forza internazionale di pace (ipotesi che non può trovare concorde la parte turca finchè non si arriverà ad una soddisfacente soluzione sul piano istituzionale). ( torna su ) ASPETTI ISTITUZIONALI E POLITICA INTERNA La Costituzione del 1960 continua ad essere in vigore, anche se le norme riguardanti la ripartizione dei poteri tra greci e turchi sono state sospese. L'entità turco-cipriota ha adottato una nuova Costituzione il 5 maggio 1985. Il Parlamento è monocamerale: la Camera dei Rappresentanti (Vouli Antiprosopon) è teoricamente composta da 80 seggi, 56 dei quali effettivamente occupati da greco-ciprioti e 24 nominalmente riservati alla comunità turco-cipriota che, comunque, dal 1963, non partecipa. I 56 membri della Camera dei Rappresentanti vengono eletti per 5 anni con sistema proporzionale. Cipro è una Repubblica presidenziale. Il Presidente, che è anche capo dell'esecutivo, viene eletto a suffragio universale diretto per 5 anni. L'attuale Capo dello Stato è Glafkos Klerides che, come candidato del Democratic Rally (DISY) è risultato vincitore alle presidenziali del febbraio 1993 ed è stato riconfermato nelle ultime elezioni presidenziali del febbraio 1998, con il 50,8 % dei voti al secondo turno, contro il 49,2% ottenuto dal suo avversario Vassoi Lyssarides, leader di AKEL, (ex partito comunista di Cipro). La Costituzione del 1960 riserva alla comunità turco-cipriota la carica di Vice Presidente che è attualmente vacante. Il Consiglio dei Ministri, composto teoricamente da 7 membri greci e 3 turchi, è nominato congiuntamente dal Presidente e dal Vice Presidente, è responsabile soltanto verso il Presidente. Il "Presidente" dell'entità turco cipriota è Rauf Denktash, eletto per la prima volta nel 1975 e da allora sempre riconfermato per mandati quinquennali, da ultimo il 22 aprile 1995. "Primo ministro" è Dervis Eroglu, dal 6 agosto 1996. Il "Parlamento" (Cumhuiyet Meclisi) è composto di 50 membri eletti per 5 anni. ( torna su ) Le relazioni bilaterali tra l'Unione Europea e Cipro sono basate sull'accordo di Associazione firmato il 19 dicembre 1972 ed entrato in vigore il 1 giugno 1973. La Repubblica di Cipro ha presentato domanda di adesione alla Comunità europea il 3 luglio 1990. Nel corso del Consiglio Affari generali dei 19-20 luglio 1993, la Commissione aveva presentato al Consiglio il parere sulla domanda cipriota. Nel parere il livello d'integrazione dell'economia cipriota era valutato in termini soddisfacenti e venivano indicate le condizioni politiche alle quali l'adesione cipriota era subordinata. Nel novembre 1998, la Commissione redige un rapporto sulla situazione cipriota nel quale "ha confermato il parere favorevole relativamente all'integrazione economica di Cipro anche se ha segnalato che ulteriori progressi restano a fare nei seguenti settori: mercato interno,trasporti marittimi, telecomunicazioni, ambiente,giustizia e affari interni. Tuttavia, il maggiore problema resta quello della divisione politica dell'isola, che determina anche una disparità economica tra i due settori; finora non s'intravede la possibilità di un accordo secondo le risoluzioni dell'ONU, mentre la comunità turco-cipriota rifiuta di prendere parte ai negoziati di adesione malgrado gli inviti del Governo cipriota e dell'Unione europea. Francia, Germania, Paesi Bassi e Italia hanno rammentato, con una dichiarazione del 9 /11/98, che l'adesione di Cipro deve recare beneficio a tutte le comunità dell'isola ed hanno constatato che non sono stati finora compiuti progressi sulla via di una soluzione politica atta a consentire di porre fine all'attuale divisione di Cipro. I 4 Paesi hanno quindi richiamato l'attenzione sul fatto che la situazione dell'isola comporta problemi di fondo per il funzionamento della PESC. ( torna su ) Secondo i dati del Ministero delle Finanze cipriota, nel 1998 il buon andamento dell'economia, con un tasso di crescita del 5%, ha consolidato la ripresa economica emersa nel corso della seconda metà del 1997, dopo una fase di recessione iniziata nel 1996. Anche per il 1999 la previsione è positiva e dovrebbe attestarsi intorno al 4%. A fronte di miglioramenti nei maggiori comparti produttivi (turismo, agricoltura) permangono problemi strutturali (squilibri nei conti pubblici). Nel 1998, il debito pubblico ha raggiunto il 59,4% del PIL e nel corso del 1999 potrebbe oltrepassare il 60%. Un notevole contributo alla critica situazione dei conti pubblici, che allontana Cipro dai parametri di Maastricth, proviene principalmente dall'aumento della spesa per la difesa, che nel 1998 ha raggiunto il 5,5% del PIL, con un aumento del 30% rispetto all'anno precedente. Nel 1999, come conseguenza dell'annullamento dell'acquisto dei missili S-300, dovrebbe invece ridursi (4% circa). Durante il 1998, dopo la recessione che ha avuto riflessi negativi su tutti i settori dell'economia (disoccupazione: passata dal 2,7 del 95 al 3,4% nel 98; inflazione: dal 2,6 del 95 al 3,6% nel 98), è emerso che la tendenza espansiva ha trovato sostegno soprattutto nel recupero del settore turistico, tradizionale motore dell'economia cipriota (20% del PIL) malgrado la perdita di competitività economica rispetto ai prodotti turistici offerti da Turchia e Grecia che costano meno rispettivamente del 40% e del 15% Il flusso turistico maggiore è quello proveniente dall'Europa (75%), in particolare dal Regno Unito (45%). L'economia cipriota accusa alcuni fattori negativi quali: "l'eccessiva dipendenza dalla voce turismo che rende questo paese particolarmente sensibile all'andamento di fattori esterni ed incontrollabili; la scarsa competitività dell'industria locale, il basso coefficiente di tecnologia utilizzato nei sistemi produttivi, la modesta diversificazione delle produzioni, l'insufficienza di manodopera specializzata in un mercato sostanzialmente chiuso all'ingresso di manodopera dall'estero, la non convertibilità della moneta e la rigidità del tasso di sconto bancario. Tabella n. 1 PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI DELLA ZONA GRECO CIPRIOTA
Fonte: dati FMI, EIU, Ambasciata di Cipro in Italia. ( torna su ) RAPPORTI ECONOMICI ITALIA-CIPRO Secondo i dati ISTAT, i rapporti economici tra Italia e Cipro nel 1998 sono stati favorevoli all'Italia(con un saldo attivo di 593 mld di Lit. ed un interscambio di 627,5 mld di Lit). Tale risultato è dovuto ad un aumento delle esportazioni italiane alle quali ha fatto riscontro una diminuzione delle importazioni dall'isola. L'Italia è il terzo paese fornitore (dopo Gran Bretagna e Stati Uniti) e il tredicesimo cliente di Cipro. Cipro costituisce un ottimo ponte per le merci in transito provenienti da paesi terzi e dirette in Italia (riesportazioni), soprattutto nei settori delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, tessile ed abbigliamento. Secondo i dati dell'organizzazione del turismo cipriota, nel 1996, 22.000 turisti italiani hanno visitato l'isola. Tabella n. 2 GLI SCAMBI TRA ITALIA E CIPRO (in mld di Lit)
Fonte: ISTAT e UIC. ( torna su ) |
Numero 5 - maggio 2000
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