(
ECONOMIA )
GAS
SIRIANO
(da "L'Orient-Le jour", Beirut, ottobre, 1999)
Il
gruppo ELF - Aquitaine ha annunciato che il grande progetto gasiero
intrapreso in Siria, in partenariato con l'americana CONOCO, sarà
realizzato entro il 2001. I lavori puntano alla costruzione di una
rete e di una centrale di una capacità di 172 milioni di m3, nella
regione di Deir al-Zour, nell'est della Siria. L'investimento totale
è di 400 milioni di $, ha precisato il direttore ELF, Philippe Jaffré.
L'obiettivo del gruppo è di contribuire allo sviluppo dello sfruttamento
del gas siriano, con un investimento nel Paese di 1 miliardo di $
nei prossimi 3 anni.
ELF ha proposto al governo libanese un progetto di gasdotto per collegare
i giacimenti siriani alle centrali elettriche libanesi. ELF ha già
investito 600 milioni di $ in Siria, ripartiti fra perforazioni (320
milioni di $) e sviluppo delle riserve di gas (220 milioni di $).
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SOTTOSCRITTI
GLI ACCORDI PER
IL METANODOTTO ITALO - LIBICO
(da "La Repubblica", Roma, luglio, 1999)
Un
gasdotto sottomarino collegherà la Sicilia ai campi petroliferi libici,
dai quali l'ENI estrarrà 10 miliardi di m3 di gas l'anno, incrementando
la propria equità di ben 200 mila barili di petrolio equivalente al
giorno. L'ENI è presente in Libia dal lontano 1959 e attualmente produce
800 mila barili al giorno di greggio pregiato.
L'avvio della produzione di gas è previsto per la fine del 2003. Per
realizzare questa impresa, tra le maggiori del settore energetico,
saranno investiti più di 10.000 miliardi di lire.
Dei 10 miliardi di m3 di gas prodotti, 2 verranno utilizzati in Libia
e 8 saranno trasportati in Italia attraverso una grande condotta sottomarina,
dotata di una potente stazione di compressione, che collegherà le
coste libiche con la Sicilia, presso Capo Passero.
Con questo nuovo progetto, l'ENI punta a consolidare il proprio ruolo
nel Mediterraneo, dove detiene una vera e propria leadership nel settore
petrolifero ed energetico in genere, come dimostra la presenza operativa
delle sue società.
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L'ITALIA
PRIMO PAESE IMPORTATORE DI GAS ALGERINO
(da "Algerie- Interface" del 31/12/99)
"L'Italia
acquista (dall'Algeria) 26 miliardi di m3 di gas ogni anno, dei quali
24 transitano attraverso il gasdotto Maghreb-Europa (Algeria, Tunisia,
Sicilia, Italia), inaugurato nel 1983. Con l'ultimo contratto firmato
fra la Sonotrach e l'Enel, questa cifra passerà nel 2003 a 30 miliardi
di m3.
Nel 1998, le importazioni italiane provenienti dall'Algeria sono ammontate
a 2,375 miliardi di dollari, di cui la gran parte è relativa all'importazione
di gas.
Le esportazioni italiane sono ammontate a 816 milioni di dollari.
La Francia e la Spagna sono dei clienti nettamente meno importanti,
ciascuno importa circa 10 miliardi di m3 di gas all'anno.
Da parte sua, la compagnia italiana AGIP resta il primo partner straniero
della Sonotrach per produzione di petrolio, 75.000 barili al giorno.
Segue la compagnia USA, Anadarko con 65.000 b/g, una produzione che
rischia di superare molto presto quella dell'Agip, a seguito delle
importanti scoperte di petrolio effettuate da Enadarko negli ultimi
anni in Algeria.
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RISORSE
IDRICHE: UN PIANO MARSHALL CONTRO
LA PENURIA NEL MEDITERRANEO
( in "El Watan"- Algeri, 23 ottobre,1999)
Più
di 29 milioni di abitanti dei paesi del Mediterraneo (30% della riva
sud) sono privi della razione minima di acqua.
Di fronte al drammatico deficit idrico che si aggraverà con la crescita
demografica, i partecipanti alla conferenza ministeriale euro-mediterranea
di Torino (24 ottobre 1999) hanno chiesto l'attuazione di un piano
Marshall.
I rappresentanti dei 27 Paesi (15 europei e 12 PTM) hanno adottato
un piano d'azione tecnica per migliorare, nei prossimi anni, la situazione
della disponibilità, della gestione e della qualità dell'acqua nel
bacino mediterraneo.
La penuria d'acqua nella regione mediterranea s'impone come un problema
urgente che non può essere rinviato, se si considera che gli abitanti
di questa parte del mondo saranno nel 2025, secondo l'ONU, fra 515
e 605 milioni, mentre gli esperti del settore idrico prevedono un
aumento dei bisogni in acqua di 90 miliardi di m3, che passerebbero
dagli attuali 280 ai 370 miliardi di m3 nel 2025.
La "Dichiarazione di Torino" auspica un piano d'investimenti per mettere
in opera progetti di cooperazione nei campi della formazione, del
trasferimento di tecnologie e della sensibilizzazione del valore sociale,
economico e ambientale dell'acqua.
Saranno costruite nuove infrastrutture, dighe e bacini di stoccaggio
al fine di minimizzare le perdite e di aumentare l'efficacia dei processi
di trattamento e di conservazione dell'acqua.
Questa strategia di cooperazione sarà attuata grazie a un finanziamento
internazionale, principalmente dell'Unione europea con la seconda
fase del programma MEDA che prevede per il periodo 2000-2004 stanziamenti
per 5 miliardi di euro, dei quali una parte importante potrà essere
utilizzata per interventi di cooperazione nel settore idrico. Da parte
sua, la Banca europea degli investimenti (BEI) accorderà, a questo
scopo, dei prestiti per un totale di 3 miliardi di euro; altrettanto
farà la Banca mondiale, secondo le stesse modalità.
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PROTOCOLLO
ITALO-ALGERINO PER PROTEZIONE
DEL PATRIMONIO FORESTALE
(da "La Tribune", Algeri, 30 novembre 1999)
A
conclusione del seminario algero-italiano sulla protezione del patrimonio
naturale, i due direttori generali delle foreste, algerino e italiano,
hanno proposto un progetto di protocollo di accordo per favorire,
tra l'altro, l'attuazione "del programma di cooperazione scientifica
e tecnica fra Algeria e Italia nel campo della conservazione del patrimonio
naturale, proponendo di stabilire un piano comune di rimboschimento
specifico a ciascun paese. Il protocollo favorirà lo scambio di dati
fra gli esperti dei due partners e permetterà anche di costituire
una rete di ricercatori che si farà carico delle preoccupazioni sollevate
nel corso del seminario.
In base a questo protocollo, in Italia si svolgeranno una serie di
corsi di formazione del personale forestale algerino e sarà costituita
anche una società mista algero - italiana per la protezione del potenziale
vegetale."
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RELAZIONI
COMMERCIALI TUNISIA-LIBIA
(da "Realites", Tunis, 15 dicembre 1999)
Secondo
dati recenti (non viene precisato l'anno) elaborati dal CEPEX (Ufficio
per il commercio estero tunisino), la Libia è il primo partner commerciale
arabo della Tunisia.
"Gli scambi commerciali della Tunisia con i paesi arabi restano nell'insieme
timidi. Secondo i dati del CEPEX, il nostro Paese ha esportato verso
la Libia per un totale di 251,5 miliardi di Dinari (MD) (primo partner
commerciale arabo della Tunisia); 45,7 MD verso il Marocco; 30,7 MD
verso l'Algeria, 29,9 MD verso l'Egitto e 23,3 MD verso l'Arabia Saudita.
Dal lato delle importazioni, la Libia occupa ugualmente la prima posizione
con 198,3 MD, seguita dal Marocco con 58 MD e dall'Algeria con 57
MD.
Ricordiamo che l'8° Congresso degli investitori arabi, tenutosi di
recente a Tunisi, ha sottolineato la debolezza degli scambi commerciali
interarabi, il cui valore globale è stato, nel 1997, di 29,1 miliardi
di $."
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IL
DEBITO ESTERO DEI PAESI DELLA
RIVA SUD DEL MEDITERRANEO
(Youcef Salami in "La Tribune" del 12 dicembre 1999)
È
stato questo il tema al centro del 7° Seminario di studi svoltosi
dal 4 al 6 dicembre 1999 ad Annaba (Algeria) per iniziativa congiunta
della locale Università, del CNES, dell'ISPROM e del CNEL.
Il quotidiano di Algeri "La Tribune" ha dedicato a questo importante
appuntamento un ricco dossier dal quale riprendiamo alcuni brani riferiti
al punto di vista dei sindacati algerini.
"Per i rappresentanti de l'UGTA (Unione Generale Lavoratori Algerini),
l'indebitamento costituisce l'handicap maggiore allo sviluppo dei
paesi del Sud e una emorragia permanente delle loro economie che si
sono trovate, in un passato recente, nell'incapacità di onorare i
loro impegni finanziari esterni, tanto da indurli ad adottare una
politica di scaglionamento del debito e a impegnarsi in un processo
strutturale. Analizzato dal movimento sindacale, l'indebitamento costituisce
"un modo sistematico d'impoverimento e di esclusione delle popolazioni
socialmente e moralmente ingiusto e politicamente pericoloso". Mentre
si è accresciuto il divario economico e di reddito fra Nord e Sud
"il debito estero del Continente nero, che nel 1960 ammontava a 7
mld di $, è passato a 100 mld $ nel 1980, per giungere a più di 250
mld alla fine degli anni '90. Nel 1999, secondo il parere della Centrale
sindacale, nessun paese del Sud è uscito dal ciclo infernale del debito
e dell'aggiustamento permanente e non ha potuto sfruttare il suo potenziale
di crescita a lungo termine.Per molti economisti, gli effetti perversi
che pesano sui paesi in via di sviluppo (Pvs), derivano, in parte,
da un sistema internazionale che privilegia la destrutturazione delle
economie del Sud in favore dell'apertura del mercato interno. Così-
per la Centrale sindacale- è preferibile prestare ai Paesi sottosviluppati,
per ottenere delle riforme di liberalizzazione piuttosto che investire
presso di loro per salvare la loro struttura produttiva, poiché nessuna
impresa commerciale o industriale è capace di ottenere un tasso di
profitto miracoloso nelle condizioni del Programma di aggiustamento
strutturale (Pas)".
PIL
E DEBITO ESTERO DEI PAESI DELLA RIVA SUD DEL MEDITERRANEO
(1996)
Paese |
PIL
(mld $) |
Debito
(mld $) |
Servizio
debito
(% export) |
MAROCCO |
36,2 |
22,1 |
32,1 |
ALGERIA* |
44,6 |
32,6 |
35,5 |
TUNISIA |
19,5 |
9,9 |
17,0 |
EGITTO |
67,4 |
34,1 |
14,6 |
-
Fonte: Elaborazione Cestumed su dati "Stato del mondo", Ed. il Saggiatore/La
Decouverte, Milano, 1998.
- Nota: * = 1995.
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SCADUTO
E NON RINNOVATO L'ACCORDO
DI PESCA FRA U.E. e MAROCCO
(Abdelghani Dades in "La vie economique" del 10/12/1999)
Il
30 novembre 1999 è scaduto l'accordo di pesca fra Unione Europea e
Marocco. Il governo marocchino non sembra orientato a rinnovarlo,
e punta a una politica nazionale di utilizzazione delle risorse ittiche.
"Il Marocco finalmente, dopo il 1969, ha piena autorità sulle sue
risorse alieutiche. Il patrimonio così recuperato non è granchè, tuttavia
se convenientemente gestito e rinnovato, può anche divenire la fonte
di uno sviluppo durevole di vaste zone costiere, e di un reale miglioramento
del livello di vita di milioni di marocchini.
Il ministro della pesca marittima, Thami Khyari, ha così commentato
la fine dell'accordo di pesca con l'U.E. "Questo è il momento di avviare
una strategia globale per dare all'attività di pesca un ruolo nel
processo di sviluppo cui aspira il Marocco. Questa strategia mira
a conseguire tre obiettivi: lo sfruttamento razionale delle risorse
alieutiche ; l'aumento del valore aggiunto del settore, dopo l'estrazione
fino alla commercializzazione passando per la valorizzazione; l'ottimizzazione
del contributo del settore allo sviluppo economico globale.
Non tutto, però, sembra filare per il giusto verso. Sono insorti problemi
su due fronti: quello interno rappresentato dagli operatori marocchini
i quali, dopo la partenza delle flotte straniere, sperano in un accesso
senza vincoli alle risorse; quello esterno, rappresentato dall'U.E.
soprattutto dagli armatori spagnoli, i quali " debbono convincersi
del fatto che l'estrazione è bella e finita e che ogni accordo, per
il futuro, deve basarsi sulle attività a terra, cioè a dire su atti
di cooperazione e di partenariato miranti alla trasformazione del
pescato e alla sua commercializzazione.
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"IL
TURISMO INTERNAZIONALE NELL'ECONOMIA MONDIALE"
Nel
1998, il turismo internazionale ha rappresentato l'8% delle esportazioni
totali nel mondo e il 37% dell'export di servizi. Le entrate derivate
dal turismo internazionale hanno raggiunto la cifra di 504 miliardi
di $, collocando questa attività al primo posto della lista dei prodotti
e dei servizi esportati.
Graduatoria
mondiale dei prodotti e dei servizi esportati, 1998
(valori in miliardi $ Usa)
Turismo
internazionale |
504 |
Prodotti
dell'industria automobilistica |
496 |
Prodotti
chimici |
490 |
Derrate
alimentari |
458 |
Petrolio
e altri combustibili |
435 |
Computers
e materiali per uffici |
394 |
Tessili
e abbigliamento |
332 |
Materiali
per telecomunicazioni |
279 |
Prodotti
minerari |
163 |
Prodotti
dell'industria siderurgica |
141 |
Fonte:
"L'impact économique du tourisme", Organizzazione mondiale del turismo
(OMT), Madrid, 1999.
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LA
RETE INTERNET NEL MONDO
Nel
1998, secondo i dati elaborati da Computer Industry Almanac, nella
lista mondiale di diffusione Internet gli USA hanno mantenuto il 1°
posto con il 31% di utenti sul totale della popolazione, seguiti dai
Paesi scandinavi con il 30%. Al 3° e al 4° posto Gran Bretagna e Svizzera,
con il14%.
Al 5° posto troviamo l'Olanda con 13%, al 6° il Giappone con l'11%,
al 7° la Germania con il 9% I paesi europei mediterranei si sono così
collocati: Francia e Spagna all'8° e al 9° posto con il 5%, Italia
al 10° posto con il 4% e la Grecia all'11° con il 2,3%.
I 4 paesi mediterranei si trovano molto al di sotto della media europea
(8,8%). Gli altri paesi delle sponde sud ed est non sono menzionati,
probabilmente a causa della esiguità dei loro dati.
(
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