( numeri precedenti )

Direttore: Agostino Spataro

Periodico a cura del
Centro Studi Mediterranei

via Tunisi, 35 - 92010
Joppolo Giancaxio (AG) - Italia
Tel.e fax + 39 0922 631621 cellulare 0338 1126723
E-mail: cestumed@tin.it

Il gruppo ELF - Aquitaine ha annunciato che il grande progetto gasiero intrapreso in Siria, in partenariato con l'americana CONOCO, sarà realizzato entro il 2001. I lavori puntano alla costruzione di una rete e di una centrale di una capacità di 172 milioni di m3, nella regione di Deir al-Zour, nell'est della Siria. L'investimento totale è di 400 milioni di $, ha precisato il direttore ELF, Philippe Jaffré.
L'obiettivo del gruppo è di contribuire allo sviluppo dello sfruttamento del gas siriano, con un investimento nel Paese di 1 miliardo di $ nei prossimi 3 anni.
ELF ha proposto al governo libanese un progetto di gasdotto per collegare i giacimenti siriani alle centrali elettriche libanesi. ELF ha già investito 600 milioni di $ in Siria, ripartiti fra perforazioni (320 milioni di $) e sviluppo delle riserve di gas (220 milioni di $).

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SOTTOSCRITTI GLI ACCORDI PER
IL METANODOTTO ITALO - LIBICO

(da "La Repubblica", Roma, luglio, 1999)

Un gasdotto sottomarino collegherà la Sicilia ai campi petroliferi libici, dai quali l'ENI estrarrà 10 miliardi di m3 di gas l'anno, incrementando la propria equità di ben 200 mila barili di petrolio equivalente al giorno. L'ENI è presente in Libia dal lontano 1959 e attualmente produce 800 mila barili al giorno di greggio pregiato.
L'avvio della produzione di gas è previsto per la fine del 2003. Per realizzare questa impresa, tra le maggiori del settore energetico, saranno investiti più di 10.000 miliardi di lire.
Dei 10 miliardi di m3 di gas prodotti, 2 verranno utilizzati in Libia e 8 saranno trasportati in Italia attraverso una grande condotta sottomarina, dotata di una potente stazione di compressione, che collegherà le coste libiche con la Sicilia, presso Capo Passero.
Con questo nuovo progetto, l'ENI punta a consolidare il proprio ruolo nel Mediterraneo, dove detiene una vera e propria leadership nel settore petrolifero ed energetico in genere, come dimostra la presenza operativa delle sue società.

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L'ITALIA PRIMO PAESE IMPORTATORE DI GAS ALGERINO
(da "Algerie- Interface" del 31/12/99)

"L'Italia acquista (dall'Algeria) 26 miliardi di m3 di gas ogni anno, dei quali 24 transitano attraverso il gasdotto Maghreb-Europa (Algeria, Tunisia, Sicilia, Italia), inaugurato nel 1983. Con l'ultimo contratto firmato fra la Sonotrach e l'Enel, questa cifra passerà nel 2003 a 30 miliardi di m3.
Nel 1998, le importazioni italiane provenienti dall'Algeria sono ammontate a 2,375 miliardi di dollari, di cui la gran parte è relativa all'importazione di gas.
Le esportazioni italiane sono ammontate a 816 milioni di dollari. La Francia e la Spagna sono dei clienti nettamente meno importanti, ciascuno importa circa 10 miliardi di m3 di gas all'anno.
Da parte sua, la compagnia italiana AGIP resta il primo partner straniero della Sonotrach per produzione di petrolio, 75.000 barili al giorno. Segue la compagnia USA, Anadarko con 65.000 b/g, una produzione che rischia di superare molto presto quella dell'Agip, a seguito delle importanti scoperte di petrolio effettuate da Enadarko negli ultimi anni in Algeria.

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RISORSE IDRICHE: UN PIANO MARSHALL CONTRO
LA PENURIA NEL MEDITERRANEO

( in "El Watan"- Algeri, 23 ottobre,1999)

Più di 29 milioni di abitanti dei paesi del Mediterraneo (30% della riva sud) sono privi della razione minima di acqua.
Di fronte al drammatico deficit idrico che si aggraverà con la crescita demografica, i partecipanti alla conferenza ministeriale euro-mediterranea di Torino (24 ottobre 1999) hanno chiesto l'attuazione di un piano Marshall.
I rappresentanti dei 27 Paesi (15 europei e 12 PTM) hanno adottato un piano d'azione tecnica per migliorare, nei prossimi anni, la situazione della disponibilità, della gestione e della qualità dell'acqua nel bacino mediterraneo.
La penuria d'acqua nella regione mediterranea s'impone come un problema urgente che non può essere rinviato, se si considera che gli abitanti di questa parte del mondo saranno nel 2025, secondo l'ONU, fra 515 e 605 milioni, mentre gli esperti del settore idrico prevedono un aumento dei bisogni in acqua di 90 miliardi di m3, che passerebbero dagli attuali 280 ai 370 miliardi di m3 nel 2025.
La "Dichiarazione di Torino" auspica un piano d'investimenti per mettere in opera progetti di cooperazione nei campi della formazione, del trasferimento di tecnologie e della sensibilizzazione del valore sociale, economico e ambientale dell'acqua.
Saranno costruite nuove infrastrutture, dighe e bacini di stoccaggio al fine di minimizzare le perdite e di aumentare l'efficacia dei processi di trattamento e di conservazione dell'acqua.
Questa strategia di cooperazione sarà attuata grazie a un finanziamento internazionale, principalmente dell'Unione europea con la seconda fase del programma MEDA che prevede per il periodo 2000-2004 stanziamenti per 5 miliardi di euro, dei quali una parte importante potrà essere utilizzata per interventi di cooperazione nel settore idrico. Da parte sua, la Banca europea degli investimenti (BEI) accorderà, a questo scopo, dei prestiti per un totale di 3 miliardi di euro; altrettanto farà la Banca mondiale, secondo le stesse modalità.

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PROTOCOLLO ITALO-ALGERINO PER PROTEZIONE
DEL PATRIMONIO FORESTALE

(da "La Tribune", Algeri, 30 novembre 1999)

A conclusione del seminario algero-italiano sulla protezione del patrimonio naturale, i due direttori generali delle foreste, algerino e italiano, hanno proposto un progetto di protocollo di accordo per favorire, tra l'altro, l'attuazione "del programma di cooperazione scientifica e tecnica fra Algeria e Italia nel campo della conservazione del patrimonio naturale, proponendo di stabilire un piano comune di rimboschimento specifico a ciascun paese. Il protocollo favorirà lo scambio di dati fra gli esperti dei due partners e permetterà anche di costituire una rete di ricercatori che si farà carico delle preoccupazioni sollevate nel corso del seminario.
In base a questo protocollo, in Italia si svolgeranno una serie di corsi di formazione del personale forestale algerino e sarà costituita anche una società mista algero - italiana per la protezione del potenziale vegetale."

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RELAZIONI COMMERCIALI TUNISIA-LIBIA
(da "Realites", Tunis, 15 dicembre 1999)

Secondo dati recenti (non viene precisato l'anno) elaborati dal CEPEX (Ufficio per il commercio estero tunisino), la Libia è il primo partner commerciale arabo della Tunisia.
"Gli scambi commerciali della Tunisia con i paesi arabi restano nell'insieme timidi. Secondo i dati del CEPEX, il nostro Paese ha esportato verso la Libia per un totale di 251,5 miliardi di Dinari (MD) (primo partner commerciale arabo della Tunisia); 45,7 MD verso il Marocco; 30,7 MD verso l'Algeria, 29,9 MD verso l'Egitto e 23,3 MD verso l'Arabia Saudita.
Dal lato delle importazioni, la Libia occupa ugualmente la prima posizione con 198,3 MD, seguita dal Marocco con 58 MD e dall'Algeria con 57 MD.
Ricordiamo che l'8° Congresso degli investitori arabi, tenutosi di recente a Tunisi, ha sottolineato la debolezza degli scambi commerciali interarabi, il cui valore globale è stato, nel 1997, di 29,1 miliardi di $."

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IL DEBITO ESTERO DEI PAESI DELLA
RIVA SUD DEL MEDITERRANEO

(Youcef Salami in "La Tribune" del 12 dicembre 1999)

È stato questo il tema al centro del 7° Seminario di studi svoltosi dal 4 al 6 dicembre 1999 ad Annaba (Algeria) per iniziativa congiunta della locale Università, del CNES, dell'ISPROM e del CNEL.
Il quotidiano di Algeri "La Tribune" ha dedicato a questo importante appuntamento un ricco dossier dal quale riprendiamo alcuni brani riferiti al punto di vista dei sindacati algerini.
"Per i rappresentanti de l'UGTA (Unione Generale Lavoratori Algerini), l'indebitamento costituisce l'handicap maggiore allo sviluppo dei paesi del Sud e una emorragia permanente delle loro economie che si sono trovate, in un passato recente, nell'incapacità di onorare i loro impegni finanziari esterni, tanto da indurli ad adottare una politica di scaglionamento del debito e a impegnarsi in un processo strutturale. Analizzato dal movimento sindacale, l'indebitamento costituisce "un modo sistematico d'impoverimento e di esclusione delle popolazioni socialmente e moralmente ingiusto e politicamente pericoloso". Mentre si è accresciuto il divario economico e di reddito fra Nord e Sud "il debito estero del Continente nero, che nel 1960 ammontava a 7 mld di $, è passato a 100 mld $ nel 1980, per giungere a più di 250 mld alla fine degli anni '90. Nel 1999, secondo il parere della Centrale sindacale, nessun paese del Sud è uscito dal ciclo infernale del debito e dell'aggiustamento permanente e non ha potuto sfruttare il suo potenziale di crescita a lungo termine.Per molti economisti, gli effetti perversi che pesano sui paesi in via di sviluppo (Pvs), derivano, in parte, da un sistema internazionale che privilegia la destrutturazione delle economie del Sud in favore dell'apertura del mercato interno. Così- per la Centrale sindacale- è preferibile prestare ai Paesi sottosviluppati, per ottenere delle riforme di liberalizzazione piuttosto che investire presso di loro per salvare la loro struttura produttiva, poiché nessuna impresa commerciale o industriale è capace di ottenere un tasso di profitto miracoloso nelle condizioni del Programma di aggiustamento strutturale (Pas)".

PIL E DEBITO ESTERO DEI PAESI DELLA RIVA SUD DEL MEDITERRANEO (1996)

Paese PIL (mld $) Debito (mld $) Servizio debito
(% export)
MAROCCO 36,2 22,1 32,1
ALGERIA* 44,6 32,6 35,5
TUNISIA 19,5 9,9 17,0
EGITTO 67,4 34,1 14,6

- Fonte: Elaborazione Cestumed su dati "Stato del mondo", Ed. il Saggiatore/La Decouverte, Milano, 1998.
- Nota: * = 1995.

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SCADUTO E NON RINNOVATO L'ACCORDO
DI PESCA FRA U.E. e MAROCCO

(Abdelghani Dades in "La vie economique" del 10/12/1999)

Il 30 novembre 1999 è scaduto l'accordo di pesca fra Unione Europea e Marocco. Il governo marocchino non sembra orientato a rinnovarlo, e punta a una politica nazionale di utilizzazione delle risorse ittiche.
"Il Marocco finalmente, dopo il 1969, ha piena autorità sulle sue risorse alieutiche. Il patrimonio così recuperato non è granchè, tuttavia se convenientemente gestito e rinnovato, può anche divenire la fonte di uno sviluppo durevole di vaste zone costiere, e di un reale miglioramento del livello di vita di milioni di marocchini.
Il ministro della pesca marittima, Thami Khyari, ha così commentato la fine dell'accordo di pesca con l'U.E. "Questo è il momento di avviare una strategia globale per dare all'attività di pesca un ruolo nel processo di sviluppo cui aspira il Marocco. Questa strategia mira a conseguire tre obiettivi: lo sfruttamento razionale delle risorse alieutiche ; l'aumento del valore aggiunto del settore, dopo l'estrazione fino alla commercializzazione passando per la valorizzazione; l'ottimizzazione del contributo del settore allo sviluppo economico globale.
Non tutto, però, sembra filare per il giusto verso. Sono insorti problemi su due fronti: quello interno rappresentato dagli operatori marocchini i quali, dopo la partenza delle flotte straniere, sperano in un accesso senza vincoli alle risorse; quello esterno, rappresentato dall'U.E. soprattutto dagli armatori spagnoli, i quali " debbono convincersi del fatto che l'estrazione è bella e finita e che ogni accordo, per il futuro, deve basarsi sulle attività a terra, cioè a dire su atti di cooperazione e di partenariato miranti alla trasformazione del pescato e alla sua commercializzazione.

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"IL TURISMO INTERNAZIONALE NELL'ECONOMIA MONDIALE"

Nel 1998, il turismo internazionale ha rappresentato l'8% delle esportazioni totali nel mondo e il 37% dell'export di servizi. Le entrate derivate dal turismo internazionale hanno raggiunto la cifra di 504 miliardi di $, collocando questa attività al primo posto della lista dei prodotti e dei servizi esportati.

Graduatoria mondiale dei prodotti e dei servizi esportati, 1998
(valori in miliardi $ Usa)

Turismo internazionale 504
Prodotti dell'industria automobilistica 496
Prodotti chimici 490
Derrate alimentari 458
Petrolio e altri combustibili 435
Computers e materiali per uffici 394
Tessili e abbigliamento 332
Materiali per telecomunicazioni 279
Prodotti minerari 163
Prodotti dell'industria siderurgica 141

Fonte: "L'impact économique du tourisme", Organizzazione mondiale del turismo (OMT), Madrid, 1999.

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LA RETE INTERNET NEL MONDO

Nel 1998, secondo i dati elaborati da Computer Industry Almanac, nella lista mondiale di diffusione Internet gli USA hanno mantenuto il 1° posto con il 31% di utenti sul totale della popolazione, seguiti dai Paesi scandinavi con il 30%. Al 3° e al 4° posto Gran Bretagna e Svizzera, con il14%.
Al 5° posto troviamo l'Olanda con 13%, al 6° il Giappone con l'11%, al 7° la Germania con il 9% I paesi europei mediterranei si sono così collocati: Francia e Spagna all'8° e al 9° posto con il 5%, Italia al 10° posto con il 4% e la Grecia all'11° con il 2,3%.
I 4 paesi mediterranei si trovano molto al di sotto della media europea (8,8%). Gli altri paesi delle sponde sud ed est non sono menzionati, probabilmente a causa della esiguità dei loro dati.

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