Periodico a cura del Centro Studi Mediterranei - Direttore Agostino Spataro - E-mail: infomedi@infomedi.it

Investimenti esteri nel Mediterraneo: le sfide della transizione

07 Gennaio 2013 di Emmanuel Noutary *

Il bilancio degli investimenti diretti esteri (IDE) nel Mediterraneo è deludente a più di un titolo. In primo luogo, in termini quantitativi: con l'eccezione di alcuni paesi (Turchia, Israele e Libano per la ratio IDE / PIL), i paesi MED attirano relativamente poco gli investimenti. Dopo la notevole crescita del 2005-2006, gli investitori stranieri hanno abbandonato il campo, impediti dalla crisi finanziaria ed economica e scoraggiati dalla "primavera araba".

Ma è anche a causa di aspetti qualitativi che l'investimento estero difetta nel Mediterraneo. Dal 2003 alla creazione dell'osservatorio ANIMA-MIPO, i progetti d'IDE rilevati si concentrano nei settori relativamente poco efficaci in termini di creazione di posti di lavoro.
D'altra parte, contribuendo al fenomeno di concentrazione dell'attività economica nelle zone costiere, gli IDE aggravano la pressione ambientale su un litorale già eccessivamente sfruttato e lasciano fuori intere fasce delle popolazioni dei Paesi mediterranei.

Gli investimenti privati necessari più che mai

Se in totale i redditi esterni sono rimasti stabili nel 2011 per tutti i paesi MED, la situazione è contraddittoria. La riduzione degli IDE e delle entrate del turismo è associata in alcuni paesi con una caduta delle rimesse dei migranti (25% in Nord Africa) e talvolta anche delle esportazioni (-16% in Egitto, - 30% in Siria, - 67% in Libia).
Le capacità operative delle imprese e degli Stati si sono ridotte. L'equazione è delicata per i nuovi governi non hanno i margini di manovra necessari per rispondere alle legittime aspirazioni di giustizia economica e sociale espresse dai loro popoli nel corso di questo anno cruciale. L'investimento privato, e in particolare estero, è una delle leve che permettono loro di agire, a condizione di sapere convincere gli investitori a raccordarsi con queste aspettative.

Sostenere i progetti più rispondenti ai punti di forza e alle esigenze della regione

Due recenti scoperte sono comunque fiduciosi. In primo luogo, una leggera ripresa degli investimenti diretti esteri sembra essersi manifestata nel corso degli ultimi trimestri.

Infine, il bilancio annuale 2011 ANIMA-MIPO, pubblicato nel mese di ottobre 2012, suggerisce una certa rotazione settoriale in progetti d'investimento, che ha favorito i settori più strategici per la regione (agroalimentare, medicine, industria, distribuzione), e più efficace in termini di creazione di posti di lavoro (software, automobile, elettronica, banche).

I Paesi MED e i loro partner finanziari, europei e internazionali, hanno tutto l'interesse a favorire questo cambiamento, tenendo maggiormente conto del contributo allo sviluppo durevole di progetti di investimento che loro autorizzano o appoggiano. La rete de l'ANIMA è impegnata in questa riflessione con il lancio, nel 2011, dell'iniziativa EDILE, sostenuta da l'OCEMO e da vari donatori attivi nel Mediterraneo.


In "CIHEAM- Press-rewiew", novembre 2012.
(*) Managing Director, ANIMA Investment Network
URL: http://www.animaweb.org/actu-detail.php?actu=27582

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