IL
TURISMO NELL'AREA MEDITERRANEA "Sole, mare, cultura: sono questi i fattori più efficaci
per attirare le grandi correnti del turismo internazionale. Non vi è dubbio
che l'area mediterranea riunisce ed esalta questa benefica "trinità",
dono di una natura materna e generosa, da cui si originano tradizioni
e stili di vita davvero inimitabili. Nell'immaginario collettivo, il Mediterraneo e le sue genti
emanano ancora un magnetismo esotico ed arcano che rende irrefrenabile
l'istinto primordiale alla libertà di vivere. Forte di questa immagine, il Mediterraneo è divenuto il principale
bacino di attrazione turistica del pianeta. Sono nate così un' industria
e un' economia turistiche le quali, sfruttando questa straordinaria unità
geo-climatica, hanno ricreato una "circolarità mediterranea" che tocca
un po' tutti i Paesi rivieraschi. Circolarità, certo, disomogenea poiché contraddistinta da
una diseguale distribuzione dei flussi turistici sulle tre rive, che produce
un preoccupante squilibrio nel rapporto risorse/utilizzazione, soprattutto
nella riva nord europea. Esiste, infatti, un problema di iperutilizzazione sulla sponda
europea del Mediterraneo alla quale fa da pendant una marcata sottoutilizzazione
nelle rive est e sud. Nonostante tali scompensi, il turismo tende ad accomunare
i paesi mediterranei in una dimensione economica nuova. Solo il turismo,
infatti, costituisce un'attività relativamente unificante; non si può
parlare di un' industria, di un terziario mediterranei, né tanto meno
di una "economia mediterranea", anche se esistono, almeno allo stato potenziale,
fattori e risorse che potrebbero favorire una graduale trasformazione
dell'area in un "nuovo polo" dello sviluppo mondiale. Storicamente luogo di confluenze e di scambi fecondi, oggi
il Mediterraneo è aperto a una duplice prospettiva: quella del co-sviluppo
solidale e quella della frattura fra le diverse civiltà che si affacciano
sulle sue rive, sulle quali insistono una ventina di Stati fra loro divisi
da differenti e spesso contrastanti culture, religioni e sistemi sociali.
Diversità che, se armonizzate, potrebbero arricchire i mosaico mediterraneo
e non essere motivi di una ormai storica incomprensione e talvolta di
un' endemica conflittualità che nemmeno la fine della "guerra fredda"
ha potuto risolvere. Ciò dimostra che il Mediterraneo costituisce un problema
a sé stante che, per certi versi, sfuggiva alla ferrea logica della spartizione
e del confronto Est-Ovest. Dopo il 1989, si strombazza ai quattro venti che sono crollati
i muri, tutti i muri, ma nel Mediterraneo tutto resta come prima: restano
in piedi muri e frontiere invalicabili. E' caduto il muro di Berlino, ma a Nicosia c'è ancora quel
vergognoso muro che divide turchi e greco-ciprioti. E' caduta la "cortina
di ferro", ma restano ancora le cortine di odio fra palestinesi e israeliani,
le diffidenze fra gli stessi arabi, mentre non sembrano sopiti i conflitti
interetnici nei Balcani. Nelle relazioni fra europei e popoli delle rive sud ed est
comincia a insinuarsi un crescente sentimento di sfiducia. Il Mediterraneo
potrebbe trasformarsi in un enorme fossato che separa i popoli delle diverse
rive. Ciò che il mare unisce da milioni di anni, gli uomini hanno diviso,
frazionato in una manciata di secoli. Perciò l'area mediterranea non può essere considerata una
"regione", la risultante della somma di più subsistemi fra loro divaricanti,
quando non propriamente contrapposti. All'inizio del nuovo millennio,
il Mediterraneo si presenta diviso e pluridipendente sotto il profilo
economico, politico e strategico. ( torna su ) Le prospettive del turismo dopo Barcellona Con la Conferenza intergovernativa euro-mediterranea di Barcellona,
promossa dalla U.E. e da 12 PTM, sembra essersi finalmente avviato un
processo politico, ancora timido e parziale, che dovrebbe modificare l'approccio
e la prospettiva generale dell'area mediterranea. Sembra che l'U.E. abbia cominciato a percepire questa importante
area come un "insieme" funzionale a una strategia di mercato e di sicurezza;
mentre si avverte- soprattutto nell'opinione di taluni intellettuali arabi-
la consapevolezza di un destino comune dell'area mediterranea. Il limite fondamentale della conferenza di Barcellona è di
enfatizzare la dimensione commerciale delle relazioni euro-mediterranee
a discapito di altri importanti aspetti. Tutto sembra essere finalizzato
alla creazione, entro il 2010, di una "zona di libero scambio" (escluse
per il momento i prodotti agricoli) i cui esiti potranno rivelarsi sterili
e perfino controproducenti. All'interno di questo scenario in trasformazione, si colloca
la realtà del turismo mediterraneo col suo incommensurabile patrimonio
di risorse e col suo carico di squilibri. Una realtà solida, ma anche molto sensibile, da studiare
in tutti i suoi aspetti, tale da richiedere una riflessione puntuale e
continua sulle condizioni del suo sviluppo in rapporto all'ambiente e
all'ecosistema e all'evoluzione del mercato mondiale dove si stanno sempre
più affermando, in funzione concorrenziale, alcuni bacini turistici emergenti,
quali le regioni Asia est/pacifico e i Peco. Dopo l'Europa, il bacino del Mediterraneo si conferma la
seconda area di attrazione delle correnti del turismo internazionale.
Nel periodo 1990-96, gli arrivi sono aumentati da 154,5 a circa 174 milioni
(mln), mentre le entrate in valuta sono cresciute da 75 a 110,5 miliardi
(mld) di dollari; così come si è incrementata la capacità ricettiva alberghiera
mediterranea, passata da 5,2 a 5,8 mln di posti letto. Nonostante questi incrementi, il peso del turismo mediterraneo
tende a ridursi in rapporto alla distribuzione mondiale dei flussi degli
arrivi e delle entrate. Dalla sottostante tabella si può rilevare un calo del 4,35%
degli arrivi e del 2,9% delle entrate, rispetto ai totali mondiali. MEDITERRANEO: arrivi ed entrate per turismo (1990-1996)
Per quanto riguarda la provenienza dei flussi verso il Mediterraneo,
la gran parte (circa l'80%) arriva dai paesi europei, seguiti dalle "Americhe"
(6,55%)... All'interno dell'area mediterranea si riscontrano fortissimi
divari negli arrivi e nelle entrate fra i paesi della sponda europea,
soprattutto nella sua parte centro-occidentale, e quelli delle rive sud
ed est. Suddividendo i 18 Paesi rivieraschi in due gruppi ( Paesi
U.E ed extra U.E.) possiamo rilevare, per il 1996, come i 4 UE (Italia,
Francia, Spagna e Grecia) totalizzano 144,6 mln di arrivi, mentre i 14
extra UE soltanto 28,2 mln. E' più che evidente il divario fra riva nord e il resto degli
altri paesi rivieraschi. Sulla riva europea si concentra l'86,2% degli
arrivi nel Mediterraneo, di cui l'83% nei soli 4 paesi UE. Gli arrivi della sola Grecia (8,9 mln) superano quelli dei
4 paesi maghrebini (Marocco, Algeria, Tunisia e Libia) che insieme ne
hanno totalizzato 7,2 mln. Lo squilibrio si ripropone, ovviamente, anche per le entrate
in valuta. Nel 1996, i paesi della riva europea hanno totalizzato l'82,6%
delle entrate (91,7 mld $); da sole Italia, Francia e Spagna hanno realizzato
il 78,9% delle entrate turistiche mediterranee, contro il 21,1% attribuito
dall'OMT ai restanti paesi... Nel periodo 1990-95, la ricettività alberghiera nei paesi
mediterranei è aumentata di circa 200.000 camere e di circa 400.000 posti
letto. Scomponendo il dato globale mediterraneo, notiamo che a fare la
parte del leone per numero di camere sono i soliti 4 paesi della sponda
nord (Italia, Francia, Spagna e Grecia) che, nel 1995, hanno fatto registrare
oltre 2 mln di camere in hotel, pari all'80,1% del totale mediterraneo. L'apporto delle entrate per turismo internazionale nella
"economia mediterranea" costituisce un dato sempre più importante e, in
generale, si manifesta con incidenze più elevate nei paesi delle rive
est e sud e meno elevate in quelli delle riva nord. Mediamente, nel 1996, l'incidenza delle entrate per turismo
è stata del 2,87% in rapporto al PNL, del 14,76% rispetto al valore globale
delle esportazioni e del 40,59% rispetto al valore dell'export dei servizi. Soprattutto nell'economia di taluni paesi le entrate turistiche
costituiscono una voce davvero significativa. In rapporto al PIL, la quota
percentuale delle entrate copre il 21,1% a Cipro e il 17,5% a Malta, mentre
in un altro gruppo di paesi oscilla fra il 4,8% della Spagna e l'11,6%
della Croazia. In generale, la bilancia turistica mediterranea fa registrare un notevole saldo attivo: nel 1996 a fronte di una spesa di 42,9 mld di $ si è registrata un'entrata di 110,5 mld di $, con un attivo di 67,6 mld di $. ( torna su ) |
Numero 4 - aprile 2000
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