(
LA LOTTA AL TERRORISMO VISTA DAGLI ARABI )
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- EGITTO:
L'IMAM DI AL-AZHAR INVOCA "IL CASTIGO DIVINO" CONTRO I TERRORISTI
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- IRAQ:
TAREK AZIZ INVIA CONDOGLIANZE ALLE FAMIGLIE DELLE VITTIME
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- SIRIA:
CONDOGLIANZE DI ASSAD AL GOVERNO USA
- YEMEN:
IL PRESIDENTE SALEH PER UN'AZIONE INTERNAZIONALE ANTITERRORISMO
- LIBANO:
CONDANNA DEL GOVERNO E CONDOGLIANZE DA HEZBOLLAH
-
-
- L'INTEGRISMO
ISLAMISTA E' UNA DOTTRINA TOTALITARIA
di Said Sadi
- SIGNOR
BUSH, RIFLETTA PER LA SICUREZZA DEGLI AMERICANI
di Samba Diallo
- TERRIBILI
APPARENTAMENTI
di Amina Talhimet
- TERRORISMO:
LA FATTURA LA PAGHERANNO I POVERI
di Adam Charif
Algeria:
contro il terrorismo, solidarietà agli Usa e sostegno a Bush
In
una dichiarazione rilasciata a Cape Town (Sud Africa) il presidente della
Repubblica Algerina, Abdelaziz Bouteflika, ha riaffermato la condanna
del terrorismo e il sostegno dell'Algeria all'azione del presidente Bush
in Afganistan, denunciando per altro l'ambivalenza degli Stati europei
che costituiscono dei veri e propri "santuari per i capi terroristi".
"L'azione
repressiva degli Usa si è resa necessaria per le perdite in vite umane
e materiali subite e noi la sosteniamo senza riserve.L'Algeria si batte
per sradicare tute le forme di terrorismo non confondendo in alcun modo-
e il presidente americano mi facilita il compito- fra la necessità di
riconoscere lo Stato palestinese per consentire agli arabi di sostenere
la sua azione, e di non andare oltre obiettivi circoscritti e precisi
in Afganistan".
Bouteflika
ha aggiunto che " noi siamo interessati alle sofferenze del popolo afgano,
tuttavia siamo per la liquidazione del terrorismo. il mio Paese, che ha
sofferto a causa del terrorismo per circa 10 anni, si è sentito automaticamente
colpito dalle sofferenze del popolo americano l'11 settembre scorso"-
( in "AllAfrica.com" - 17/10/01)
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Egitto:
l'imam di al-Azhar invoca "il castigo divino" contro i terroristi
Lo
sceicco Mohammed Sayed Tantawi, imam della moschea di Al-Azhar, la più
alta autorità morale dell'Islam sunnita, ha invocato il "castigo divino"
per gli autori degli attentati antiamericani: "aggredire degli innocenti
dimostra bestialità e criminalità e coloro che compiono atti del genere
saranno puniti da Allah."
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Dakar:
appello ai Paesi africani contro il terrorismo
Il
presidente della repubblica del Senegal, Abdoulaye Wade, ha promosso una
riunione urgente a Dakar alla quale hanno partecipato i rappresentanti
di 30 Paesi africani per elaborare "la Dichiarazione di Dakar e lo studio
delle modalità di attuazione di un patto africano contro il terrorismo".
L'idea
di tale patto era stata lanciata dal Presidente senegalese otto giorni
dopo gli attentati dell'11 settembre contro gli USA, affinché l'Africa-
ha detto- svolga il suo ruolo nella lotta mondiale contro il terrorismo
e non sia più"una specie di colabrodo per il malfattori".
Wade
ha detto anche che il conflitto israelo- palestinese è come un cancro
che "solo gli Usa possono condurre ad una soluzione".
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Iraq:
Tarek Aziz invia condoglianze alle famiglie delle vittime
Il
vice primo ministro iracheno Tarek Aziz, in un messaggio alla ONG americana
"Voices in the Wilderness", ha inviato le sue condoglianze alle famiglie
delle vittime degli attentati dell'11 settembre.
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Il
Forum mediterraneo per la lotta al terrorismo
(in"
Liberation"- Casablanca-, 25/10/01)
In risposta
all'iniziativa del Re del Marocco, Mohammed VI, sette Paesi europei e
quattro arabi hanno deciso di svolgere, ad Agadir , un'incontro di concertazione
per definire un approccio comune contro il terrorismo ed esaminare le
questioni palestinese e della sicurezza nel Mediterraneo.
La
riunione che riunirà i ministri degli esteri dei Paesi del Mediterraneo
occidentale, più Grecia, Malta, Turchia ed Egitto, supera per importanza,
vista la crisi nata dagli attentati dell'11 settembre e la grave situazione
che si registra nei Territori palestinesi, il quadro della semplice formalità
di una presa di posizione.Per altro, alcuni Paesi membri del Forum euro-mediterraneo
sono probabilmente i più toccati e da lungo tempo dal terrorismo nella
sua versione integrista. E' questo il caso dell'Algeria, dell'Egitto e,
in misura minore, della Francia che ha conosciuto momenti tesi con gli
attivisti integralisti o della Spagna che è costretta a confrontarsi con
gli attentati dell'ETA.
D'atra
parte, Marocco, Algeria, Tunisia ed Egitto hanno assunto, nel quadro dell'Organizzazione
della Conferenza islamica, svoltasi a Doha all'inizio di ottobre, posizioni
comuni di condanna senza equivoci del terrorismo ed espresso la volontà
dell'attuazione di una strategia propria a quest'area geografica per combattere
il terrorismo.
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Siria:
condoglianze di Assad al governo Usa
Il
presidente siriano Bachir el- Assad ha inviato al presidente G. Bush una
lettera di solidarietà per le conseguenze degli attentati dell'11 settembre
e di sostegno per gli sforzi contro il terrorismo, il presidente siriano
ha scritto fra l'altro che è necessaria "una mutua assistenza sul piano
mondiale per sradicare il terrorismo in tutte le sue forme e per proteggere
i più elementari diritti dell'uomo, fra cui il diritto di vivere in pace
e in sicurezza".
Da
parte sua, B. Ahmar, segretario generale aggiunto del partito Baas ha
dichiarato che "bisogna operare una distinzione fra la resistenza legittima
all'occupazione e il terrorismo.perciò è necessaria la mobilitazione di
tutte le risorse arabe per sostenere la lotta dei palestinesi."
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Yemen:
il presidente Saleh per un'azione internazionale antiterrorismo
A conclusione
di una riunione del Consiglio di Difesa nazionale, il presidente della
Repubblica dello Yemen, Alì Abdullah Saleh, ha dichiarato,: "che
il governo dello Yemen rivolge un appello a combattere il terrorismo sotto
ogni forma e lottare contro i suoi autori, chiunque essi siano".
Nel
documento approvato dal Consiglio, dopo aver condannato gli attentati
dell'11 settembre "perché contrari a tutti i principi religiosi e umani"
si sottolinea, fra l'altro: "la necessità di una concertazione degli
sforzi internazionali nella lotta contro il terrorismo, quale che sia
la sua origine in quanto fenomeno grave che minaccia la sicurezza e la
stabilità nel mondo.Si richiede una stretta cooperazione regionale e internazionale
a tutti i livelli.
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Libano:
condanna del governo e condoglianze da Hezbollah
Sia il primo
ministro Rafic Hariri, sia il capo dello Stato libanese, Emile Lahoud,
hanno condannato
"tutti
gli atti terroristici quale che sia la loro natura.precisando tuttavia
che "bisogna distinguere fra terrorismo e azioni di resistenza".
Da
parte sua il movimento sciita di resistenza libanese, Hezbollah, in un
comunicato ha offerto per la prima volta agli Usa le proprie condoglianze
"Noi rifiutiamo ogni morte d'innocenti.Noi, libanesi, che conosciamo
il prezzo dei massacri sionisti di Cana (100 persone cadute sotto le bombe
israeliane nel 1996 ndr), che il governo americano si è rifiutato di condannare
all'Onu, sentiamo più di altri la sofferenza di coloro i quali hanno perduto
i loro cari."
Hezbollah
teme che "gli Americani utilizzino questi tragici avvenimenti per estendere
la loro autorità sul mondo e praticare ancor di più una politica ingiusta,
che è stata la causa del livello di odio contro di loro".
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Bin
Laden: da dove viene il denaro?
Salah
Sbyea in "Liberation", 18/9/01- Casablanca
In
questo articolo, viene esaminata la consistenza finanziaria di Bin Laden,
disseminata nei santuari e nelle banche europee e occidentali, con la
compiacenza d'importanti istituti di credito e con la copertura di autorevoli
settori politici.
"Mai
un avviso di sceriffo ha interessato, a scala così grande, un presunto
criminale come nel caso di Oussama Ben Laden, il miliardario finanziatore
del terrorismo. Ma se il miliardario, privato della sua nazionalità saudita,
è oggi su tutte le labbra, la sua notorietà non è tuttavia nata all'indomani
dell'atroce attentato di New York e di Washington.
La
sua attività terroristica è conosciuta da molti anni e gli attentati a
lui attribuiti sono talmente numerosi da richiedere mezzi finanziari molto
cospicui che non sono alla portata del primo apprendista estremista.
Ciò
pone ai commentatori la questione delle finanze. Qual è la capacità finanziaria
della nebulosa di Ben Laden? E soprattutto, come le finanze di quest'ultimo
hanno potuto evadere il controllo del sistema finanziario internazionale?
.Il
primo elemento di spiegazione sulle capacità finanziarie ci viene in realtà
dalla Svizzera.
Il
portavoce del segretariato di Stato svizzero all'economia ha dichiarato,
sabato, che la Svizzera aveva congelato già nell'anno 2000 diversi conti
bancari appartenenti a banche afgane.
Si
tratta di una mezza dozzina di conti che non hanno, secondo la stessa
fonte, niente a che vedere con gli attentati di martedì scorso. Ma- secondo
gli osservatori- la lista dei conti "dubbi" che potrebbero interessare
gli inquirenti è ancora da stilare.
Secondo
il quotidiano della Svizzera tedesca "Tages Anzeiger", alcuni conti sarebbero
stati bloccati nei giorni seguenti il doppio attentato negli Usa. Questa
stessa fonte rivela che una lista di 170 persone fisiche e morali aventi
beni in Svizzera esisteva prima di martedì scorso e comprendeva rappresentanti
del regime dei Talebani e dell'Organizzazione "Al Qaida".
Uno
degli strumenti - usati da Bin Laden- è dato da una serie di conti off-shore
nei paradisi fiscali, di società fantasma, che servono in realtà a coprire
conti di passaggio di denaro raccolto in diverse regioni del mondo. Londra
è considerata da alcuni osservatori luogo di partenza di questo denaro,
prodotto dalla raccolta negli ambienti integristi e nelle associazioni
che hanno dei beni al sole, in nome del sostegno dovuto ai "fratelli"
in Cecenia, in Kashemir e altrove.
Ma
secondo gli specialisti del problema del denaro sporco, la raccolta è
una delle tante, possibili forme di finanziamento. L'altra forma che il
ministro italiano della Difesa, Antonio Martino, ha prospettato potrebbe
essere la speculazione sui mercati internazionali. Le autorità italiane
fanno riferimento ad una società di mediazione, con sede a Milano, che
l'organizzazione di Bin Laden avrebbe potuto utilizzare per operare sui
mercati finanziari europei.
La
questione della finanza della nebulosa terrorista, come d'altronde quella
del denaro sporco della droga, è posta da molti anni senza che siano state
date risposte veramente serie.
Nel
caso in specie, i due problemi potevano essere individuati, soprattutto
quello relativo alle finanze di Bin Laden provenienti dal traffico di
droga che una manna possibile del suo finanziamento, poiché l'Afganistan
dei Talebani continua ad essere uno dei principali produttori di droga
nel mondo. Come si è creata questa manna di narco-dollari ?
Per
molti specialisti del problema, tutte le iniziative assunte fino ad ora
non sono davvero efficaci. E se si aggiunge che servizi quali la Cia hanno
utilizzato questo mezzo facile per il finanziamento di azioni parallele,
si può immaginare che la nebulosa Bin Laden non mancherà di fare altrettanto.
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Il
dualismo americano di fronte all'islamismo
di
Louisa Ait Hamadouche
in
"La Tribune" (Algeri) 2/10/01
"Colpiti
al cuore del loro santuario, gli Stati Uniti rivedranno la loro gestione
tradizionale dell'islamismo?
Al
di là delle questioni relative alla natura della reazione americana, dei
bersagli che sceglierà e dell'ampiezza che prenderà, la risposta a tale
questione è difficile e strategica. La percezione americana di questo
fenomeno è la traduzione di un pragmatismo nel senso in cui l'intende
la teoria realista. I principi morali o ideali, i discorsi umanitari non
vi hanno posto, allorché la nozione d'interesse nazionale, per altro ambigua
e confusa, è l'unico riferimento. Se volessimo riassumere la politica
americana nei confronti dell'islamismo bisognerebbe citare Robert Paltrau
e dire semplicemente che "non c'è". Questo assunto un po' semplicista
è infatti carico di sensi e significa che gli Usa funzionano seguendo
un cammino estremamente aperto.
Questi
ultimi non sono gli alleati dell'islamismo come denunciano numerosi specialisti
quale Alexandre del Valle che si è fatto sentire molto dopo gli attentati
dell'11 settembre. Se bisogna illustrare la politica estera americana
nei confronti dell'islamismo con una frase, si potrà citare il nuovo ambasciatore
Usa in Libano. "Il Libano non figura fra gli Stati che sostengono il terrorismo-
ha affermato Vincent Battle, ma esistono in Libano organizzazioni che
figurano nella lista americana delle organizzazioni terroriste.
Il
governo libanese- bisogna ricordarlo- considera Hezbollah come un movimento
di liberazione. La dichiarazione del diplomatico conferma un tale paradosso.
Uno Stato può riconoscere, coccolare, proteggere e lasciare una totale
libertà d'azione a un movimento accusato d'avere commesso- e di continuare
a commettere- atti "terroristi" senza che se ne assume, almeno in parte,
la responsabilità?
Ponendo
il problema in questi termini, il diritto da una risposta chiara e senza
ambiguità e implica la complicità del detto Stato. La stessa amministrazione
americana non contesta questa connessione, poiché ha annunciato che le
rappresaglie attualmente in preparazione "non faranno distinzione fra
terroristi e coloro i quali li sostengono".
La
stessa dicotomia si manifesta nei legami strategici fra gli Stati Uniti
e l'Arabia saudita. Un rapporto di esperti, pubblicato sulle colonne di
"Le Monde" del 24 settembre, conferma l'esistenza dei legami fra il gruppo
di Osama Bin Laden e i membri della famiglia reale saudita. Un' l'inchiesta
del FBI, chiama in causa decine d'imprese, organizzazioni assistenziali,
banche con sede nei paesi del Golfo e con ramificazioni in Europa (soprattutto
in Gran Bretagna). Esse sono dirette dalle grandi famiglie del regno quali
i Ben Mahfouz. Originari come i Ben Laden dall'Hadramaut (nord Yemen),
questi sono i ricchissimi banchieri attratti dalla famiglia regnante.
Difficile
rompere queste alleanze fortificate dagli interessi materiali e dai legami
familiari. La figlia del fondatore dei Ben Mahfouz è in realtà
una delle spose di Osama Bin Laden.
L'Office
of Foreing Assets Control (OFAC), che dipende dal Tesoro Usa, ha stabilito
delle connessioni per lo meno compromettenti. A titolo di esempio, l'organigramma
di "Tadamon Islamic Bank" è istruttivo. Presente sull'insieme del territorio
sudanese, questa banca ha come principali azionisti le società National
Co. For Development and Trade (sudanese), la Kuwait Finance House, la
Dubai Islamic Bank, la Bahrein Islamic Bank e numerosi azionisti individuali
fra i quali il Ministero degli affari sociali degli Emirati arabi uniti.
Tutte queste società sono sotto sorveglianza dell'OFAC .La Dubai Islamic
Bank è un altro esempio parlante. La Cia ha stabilito che una parte del
finanziamento di Osama Bin Laden proviene da questa banca, diretta da
Mohamad Khalfan Ben Kharbash, attuale ministro delle Finanze degli Emirati.
Ma
l'Arabia saudita è un alleato con il quale gli interessi comuni sono più
numerosi delle differenze. Il monopolio delle compagnie anglo-sassoni
sul petrolio della regione risale al 1928 e quello degli Usa è iniziato
nel 1933. Grazie alla guerra del Golfo, la presenza militare americana
è stata istituita permettendo di controllare il mar Rosso (e quindi Etiopia
e Sudan), l'Iraq e l'Iran. In contropartita, la famiglia reale si è dedicata
ad attività più o meno ufficiali che le hanno permesso di rafforzare la
legittimità del suo potere. Gestire le contraddizioni, è anche questo."
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L'integrismo
islamista è una dottrina totalitaria
di
Said Sadi
(in
"La Tribune" Algeri, 18/9/01)
Said
Sadi, il Presidente del Rassemblement per la Cultura e la Democrazia (RCD),
combattiva formazione politica algerina, ha dichiarato che "l'integrismo
islamista è una dottrina primaria e totalitaria che tenta di organizzarsi
per imporsi al mondo.Nella particolare fase storica che stiamo vivendo
vi sono due attitudini da evitare: la prima è quella di assimilare la
religione musulmana all'islamismo, poiché ciò è quello che vorrebbe l'Internazionale
islamista; la seconda, apparentemente opposta alla precedente, consiste
nel coltivare l'ipocrisia che vorrebbe dividere il terrorismo dall'integrismo".
Sempre
riguardo la seconda questione, Sadi ha precisato che "è questo l'errore
da lungo tempo commesso dall'Occidente e che continuano a commettere i
nostri dirigenti.Per noi, Algerini, il problema risiede, innanzitutto,
nell'indecisione dei dirigenti i quali sono abili nell'intrigo, nella
manovra ma divengono di una penosa inefficacia quando bisogna costruire
e proiettare la nazione sul lungo termine."
Secondo
il presidente di RCD "il dramma che ha colpito gli Usa prefigura nuove
evoluzioni nella gestione della sicurezza mondiale e delle relazioni internazionali.
L'umanità che ha rinnegato il colonialismo sembra volere, infine, ripudiare
l'integrismo.più che mai, la nostra lotta dovrà integrare queste evoluzioni
fondamentali".
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Signor
Bush, rifletta per la sicurezza degli americani
di
Samba Diallo
(in"
Wal Fadjri", Dakar, 17/10/01)
Samba
Diallo, autore di questo lungo articolo (di cui riprendiamo alcuni brani)
si rivolge al Presidente Usa, George Bush, invitandolo a riflettere e
a rivedere anche le accuse lanciate contro gli islamici e contro Bin
Laden per gli attentati dell'11 settembre.
"Allorché
le Torri gemelle sono crollate come un castello di carta, a causa di un
atto terroristico che ha fatto migliaia di vittime, Voi avete messo all'indice
i musulmani, in seguito avete parlato di "crociata". Voi avete fatto l'amalgama
fra islam e terrorismo, poi avete rettificato. Ma è certo che voi avete
detto tutto questo per mettere una civiltà contro un'altra. Dopo, i vostri
servizi segreti si sono dati da fare, io non so mediante quale alchimia,
per trovare il passaporto di uno dei presunti terroristi dispersi nell'esplosione
provocata dagli aerei che hanno colpito le torri. Bizzarro!
Essi
hanno anche detto di avere trovato nell'aeroporto dal quale sono decollati
gli aerei dei documenti scritti in arabo ( c'è da credere che i terroristi
volessero far sapere al mondo ch'erano arabi), un Corano. In breve, tutto
ciò che poteva far pensare che i terroristi sono necessariamente degli
arabi musulmani. E tutto il mondo ne parla. Tutto il mondo ci crede. Tutto
il mondo dimentica che gli Arabi costituiscono solo un sesto dei due miliardi
di musulmani del pianeta Terra e, fra loro (gli Arabi) vi sono da 10 a
15 milioni di cristiani.
Per
quanto riguarda il Corano, questo è letto da due miliardi di musulmani,
fra i quali io stesso. Noi siamo, dunque, due miliardi di terroristi,
secondo la vostra polizia! No.La vostra polizia, nel giro di qualche ora
d'indagine, ha concluso che l'autore di questi terribili attentati è un
uomo imboscato da qualche parte sulle montagne dell'Afganistan che si
chiama Osama Bin Laden. In altre circostanze, avrei detto che la vostra
polizia mi ha deluso. Ora, per il cartesiano che io sono, ho almeno due
buone ragioni per non dirlo.
Prima
ragione: voi sapete bene, Signor Presidente, che nella vostra nazione
arcobaleno, nel vostro governo varato dopo la vostra elezione abracadabrante,
nel vostro Senato, nel vostro Congresso, fra i vostri consiglieri, all'interno
del FBI, della Cia, c'è gente dagli obiettivi dubbi, straordinariamente
potenti e influenti che hanno interessi affinché l'inchiesta segua
il corso che ha seguito fin qua.
Essi
hanno fatto precisamente come coloro i quali hanno fatto credere all'America
che Lee Harvey Oswald ha tirato sul presidente John Kennedy il 22 novembre
1963. Questi sono quelli che fanno (e disfaranno un giorno, ne sono sicuro)
l'America. Questi sono quelli che fanno l'America e mentono agli americani
e al mondo intero.
Chiedetevi,
dunque, anche voi chi può nascondersi dietro questa precisione, questo
sangue freddo, questa professionalità per colpire l'11 settembre scorso
al cuore dell'America e in pieno giorno.
Riflettete
bene su coloro i quali possono avere interesse affinché gli arabi e l'Islam
siano annientati dopo gli attentati.
Seconda
ragione: vi siete chiesto, Signor Presidente, perché i vostri F16 non
hanno decollato a tempo per individuare, intercettare e distruggere eventualmente
il nemico?
Essi
avevano il tempo poiché è trascorsa circa una mezz'ora da quando il primo
aereo ha colpito una delle torri prima che un secondo aereo ha tagliato
in due la seconda torre e altrettanto perché un altro aereo finisse il
suo volo contro il Pentagono, mentre un quarto aereo è andato a cadere
in un bosco della Pennsylvania. Io penso che nessuno può fare questo cerchio
sinistro nel cielo degli Stati Uniti d'America senza contare su complici
piazzati negli alti livelli dell'Aministrazione.
A parte
Bin Laden, che volete decapitare costi quel che costi, vi siete chiesto
chi può esserci dietro questi attentati? Avete dimenticato Oklahoma City,
che avete attribuito a Bin Laden prima di identificare uno dei responsabili,
un Americano di buona famiglia, corrispondente alla persona di Steve McVeigh
che avete giustiziato nel giugno scorso?
Per
la giustizia immutabile e non la libertà, per la sicurezza degli americani
e del mondo in generale, riflettete."
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Terribili
apparentamenti
di
Amina Talhimet in "Liberation", Casablanca, 3/10/01
"Il
presidente americano George Bush parla di Crociate ed ecco che l'indomani
fa un'entrata storica in una moschea di Washington. Silvio Berlusconi
fa l'elogio del superuomo occidentale ed ecco che fa un salto in una moschea
di Bruxelles. Per non ferire i paesi arabi e musulmani che hanno scelto
massicciamente di battersi contro il terrorismo a fianco degli Usa. Tutto
è a fior di pelle dopo l'11 settembre. Al malessere dei paesi occidentali
di fronte all'atrocità dei crimini commessi negli Usa, si è venuto ad
aggiungere quello dei paesi arabi e musulmani pronti a tutto per non essere
assimilati ai folli furiosi che hanno ucciso migliaia di persone in meno
di un'ora e in diretta tv.
Da
surrealista quel "Noi siamo tutti americani" lanciato un po' troppo rapidamente
dal direttore del quotidiano francese "Le monde" si è presto trasformato
in slogan segregazionista, dividendo coloro i quali, malgrado gli spaventosi
attentati, non si sentono americani e gli altri, i buoni vecchi occidentali,
ricchi e civilizzati. Una caricatura nella quale i buoni si sono decretati
buoni, e ciò che è più inverosimile, i cattivi si sono dichiarati cattivi.
Il fondo del problema è d'ordine strettamente criminale. Sono dei criminali
quelli che hanno compiuto gli attentati dell'11 settembre e si suppone,
in questo caso preciso, che essi siano musulmani, nel 1995, a Oklahoma
City, essi erano americani, bianchi e soprattutto molto cristiani, una
settimana addietro il criminale che ha ucciso 14 deputati svizzeri era
anche lui europeo e senza dubbio un buon cristiano.
La
nazionalità o la religione di un terrorista non provano assolutamente
nulla. O allora, si cade nell'abominevole suspicione collettiva per punizione
collettiva.
Il
terrorismo, l'Europa e gli Usa lo conoscono bene; esso è Corso in Francia,
Basco in Spagna, esso ha colori cattolici in Irlanda, ha avuto colori
comunisti nella Repubblica federale di Germania e in questa Italia dove,
oggi, un primo ministro, dalla memoria visibilmente troppo corta, osa
dividere il mondo in superuomini e sottouomini.
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Terrorismo:
la fattura la pagheranno i poveri
di
Adam Charif in "Liberation", Casablanca, 4/10/01
Saranno
10 milioni di esseri umani che stanno per raggiungere le popolazioni del
pianeta colpite dalla povertà a seguito degli effetti economici disastrosi
degli attentati dell'11 settembre. In una valutazione preliminare realizzata
dalla Banca mondiale a proposito delle conseguenze degli atti terroristici
contro gli Usa, gli esperti di questa istituzione affermano che l'economia
mondiale sarà colpita da questi gravi avvenimenti, ma che sono le economia
dei paesi detti emergenti e quelle dei paesi meno avanzati che pagheranno
la fattura più pesante.
Peggio
ancora, il ritorno della crescita economica sarà più rapido nei paesi
più sviluppati che potranno ritrovare la cadenza di una evoluzione più
favorevole verso la fine dell'anno 2002, ma per gli altri la convalescenza
rischia di essere molto più lenta.
La
situazione si annuncia drammatica soprattutto in Africa dove i redditi
delle popolazioni più povere sono minacciati da una riduzione ancora più
penosa.
Dopo
l'11 settembre, il commercio mondiale è in calo a causa di diversi fattori
fra i quali: le perturbazioni dei trasporti dovute ai problemi di sicurezza,
le nuove difficoltà legate alle spese e alle modalità di assicurazione,
i ritardi doganali, ect. Questi aspetti stanno per rialzare i costi del
commercio internazionale a soglie insopportabili. I noli marittimi sono
aumentati dal 10 al 15%. Il turismo d'affari è in caduta vertiginosa allorché
la stagione invernale del turismo mondiale specialmente per il Medio Oriente
e per i Carabi si annuncia catastrofica con annullamenti di massa delle
prenotazioni. I paesi dell'OCDE avranno un tasso di crescita molto modesto
alla fine dell'anno in corso (+ 1%). Questo tasso rischia di calare ancora
nel 2002 a 0,75%.
Ma
per gli altri paesi gli effetti sono contrastanti nella loro previsione.
Le economie più svantaggiate dovranno registrare il declino delle loro
esportazioni, del loro settore turistico, dei prezzi dei beni di consumo,
della riduzione dei flussi d'investimenti stranieri, ecc.
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Numero
14
novembre 2001
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