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( LA LOTTA AL TERRORISMO VISTA DAGLI ARABI )

  1. EGITTO: L'IMAM DI AL-AZHAR INVOCA "IL CASTIGO DIVINO" CONTRO I TERRORISTI
  2. IRAQ: TAREK AZIZ INVIA CONDOGLIANZE ALLE FAMIGLIE DELLE VITTIME
  3. SIRIA: CONDOGLIANZE DI ASSAD AL GOVERNO USA
  4. YEMEN: IL PRESIDENTE SALEH PER UN'AZIONE INTERNAZIONALE ANTITERRORISMO
  5. LIBANO: CONDANNA DEL GOVERNO E CONDOGLIANZE DA HEZBOLLAH
  6. L'INTEGRISMO ISLAMISTA E' UNA DOTTRINA TOTALITARIA
    di Said Sadi
  7. SIGNOR BUSH, RIFLETTA PER LA SICUREZZA DEGLI AMERICANI
    di Samba Diallo
  8. TERRIBILI APPARENTAMENTI
    di Amina Talhimet
  9. TERRORISMO: LA FATTURA LA PAGHERANNO I POVERI
    di Adam Charif

Algeria: contro il terrorismo, solidarietà agli Usa e sostegno a Bush

In una dichiarazione rilasciata a Cape Town (Sud Africa) il presidente della Repubblica Algerina, Abdelaziz Bouteflika, ha riaffermato la condanna del terrorismo e il sostegno dell'Algeria all'azione del presidente Bush in Afganistan, denunciando per altro l'ambivalenza degli Stati europei che costituiscono dei veri e propri "santuari per i capi terroristi".
"L'azione repressiva degli Usa si è resa necessaria per le perdite in vite umane e materiali subite e noi la sosteniamo senza riserve.L'Algeria si batte per sradicare tute le forme di terrorismo non confondendo in alcun modo- e il presidente americano mi facilita il compito- fra la necessità di riconoscere lo Stato palestinese per consentire agli arabi di sostenere la sua azione, e di non andare oltre obiettivi circoscritti e precisi in Afganistan".
Bouteflika ha aggiunto che " noi siamo interessati alle sofferenze del popolo afgano, tuttavia siamo per la liquidazione del terrorismo. il mio Paese, che ha sofferto a causa del terrorismo per circa 10 anni, si è sentito automaticamente colpito dalle sofferenze del popolo americano l'11 settembre scorso"- ( in "AllAfrica.com" - 17/10/01)

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Egitto: l'imam di al-Azhar invoca "il castigo divino" contro i terroristi

Lo sceicco Mohammed Sayed Tantawi, imam della moschea di Al-Azhar, la più alta autorità morale dell'Islam sunnita, ha invocato il "castigo divino" per gli autori degli attentati antiamericani: "aggredire degli innocenti dimostra bestialità e criminalità e coloro che compiono atti del genere saranno puniti da Allah."

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Dakar: appello ai Paesi africani contro il terrorismo

Il presidente della repubblica del Senegal, Abdoulaye Wade, ha promosso una riunione urgente a Dakar alla quale hanno partecipato i rappresentanti di 30 Paesi africani per elaborare "la Dichiarazione di Dakar e lo studio delle modalità di attuazione di un patto africano contro il terrorismo".
L'idea di tale patto era stata lanciata dal Presidente senegalese otto giorni dopo gli attentati dell'11 settembre contro gli USA, affinché l'Africa- ha detto- svolga il suo ruolo nella lotta mondiale contro il terrorismo e non sia più"una specie di colabrodo per il malfattori".
Wade ha detto anche che il conflitto israelo- palestinese è come un cancro che "solo gli Usa possono condurre ad una soluzione".

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Iraq: Tarek Aziz invia condoglianze alle famiglie delle vittime

Il vice primo ministro iracheno Tarek Aziz, in un messaggio alla ONG americana "Voices in the Wilderness", ha inviato le sue condoglianze alle famiglie delle vittime degli attentati dell'11 settembre.

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Il Forum mediterraneo per la lotta al terrorismo
(in" Liberation"- Casablanca-, 25/10/01)

In risposta all'iniziativa del Re del Marocco, Mohammed VI, sette Paesi europei e quattro arabi hanno deciso di svolgere, ad Agadir , un'incontro di concertazione per definire un approccio comune contro il terrorismo ed esaminare le questioni palestinese e della sicurezza nel Mediterraneo.
La riunione che riunirà i ministri degli esteri dei Paesi del Mediterraneo occidentale, più Grecia, Malta, Turchia ed Egitto, supera per importanza, vista la crisi nata dagli attentati dell'11 settembre e la grave situazione che si registra nei Territori palestinesi, il quadro della semplice formalità di una presa di posizione.Per altro, alcuni Paesi membri del Forum euro-mediterraneo sono probabilmente i più toccati e da lungo tempo dal terrorismo nella sua versione integrista. E' questo il caso dell'Algeria, dell'Egitto e, in misura minore, della Francia che ha conosciuto momenti tesi con gli attivisti integralisti o della Spagna che è costretta a confrontarsi con gli attentati dell'ETA.
D'atra parte, Marocco, Algeria, Tunisia ed Egitto hanno assunto, nel quadro dell'Organizzazione della Conferenza islamica, svoltasi a Doha all'inizio di ottobre, posizioni comuni di condanna senza equivoci del terrorismo ed espresso la volontà dell'attuazione di una strategia propria a quest'area geografica per combattere il terrorismo.

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Siria: condoglianze di Assad al governo Usa

Il presidente siriano Bachir el- Assad ha inviato al presidente G. Bush una lettera di solidarietà per le conseguenze degli attentati dell'11 settembre e di sostegno per gli sforzi contro il terrorismo, il presidente siriano ha scritto fra l'altro che è necessaria "una mutua assistenza sul piano mondiale per sradicare il terrorismo in tutte le sue forme e per proteggere i più elementari diritti dell'uomo, fra cui il diritto di vivere in pace e in sicurezza".
Da parte sua, B. Ahmar, segretario generale aggiunto del partito Baas ha dichiarato che "bisogna operare una distinzione fra la resistenza legittima all'occupazione e il terrorismo.perciò è necessaria la mobilitazione di tutte le risorse arabe per sostenere la lotta dei palestinesi."

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Yemen: il presidente Saleh per un'azione internazionale antiterrorismo

A conclusione di una riunione del Consiglio di Difesa nazionale, il presidente della Repubblica dello Yemen, Alì Abdullah Saleh,  ha dichiarato,: "che il governo dello Yemen rivolge un appello a combattere il terrorismo sotto ogni forma e lottare contro i suoi autori, chiunque essi siano".
Nel documento approvato dal Consiglio, dopo aver condannato gli attentati dell'11 settembre "perché contrari a tutti i principi religiosi e umani" si sottolinea, fra l'altro: "la necessità di una concertazione degli sforzi internazionali nella lotta contro il terrorismo, quale che sia la sua origine in quanto fenomeno grave che minaccia la sicurezza e la stabilità nel mondo.Si richiede una stretta cooperazione regionale e internazionale a tutti i livelli.

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Libano: condanna del governo e condoglianze da Hezbollah

Sia il primo ministro Rafic Hariri, sia il capo dello Stato libanese, Emile Lahoud, hanno condannato
"tutti gli atti terroristici quale che sia la loro natura.precisando tuttavia che "bisogna distinguere fra terrorismo e azioni di resistenza".
Da parte sua il movimento sciita di resistenza libanese, Hezbollah, in un comunicato ha offerto per la prima volta agli Usa le proprie condoglianze "Noi rifiutiamo ogni morte d'innocenti.Noi, libanesi, che conosciamo il prezzo dei massacri sionisti di Cana (100 persone cadute sotto le bombe israeliane nel 1996 ndr), che il governo americano si è rifiutato di condannare all'Onu, sentiamo più di altri la sofferenza di coloro i quali hanno perduto i loro cari."
Hezbollah teme che "gli Americani utilizzino questi tragici avvenimenti per estendere la loro autorità sul mondo e praticare ancor di più una politica ingiusta, che è stata la causa del livello di odio contro di loro".

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Bin Laden: da dove viene il denaro?
Salah Sbyea in "Liberation", 18/9/01- Casablanca

In questo articolo, viene esaminata la consistenza finanziaria di Bin Laden, disseminata nei santuari e nelle banche europee e occidentali, con la compiacenza d'importanti istituti di credito e con la copertura di autorevoli settori politici.
"Mai un avviso di sceriffo ha interessato, a scala così grande, un presunto criminale come nel caso di Oussama Ben Laden, il miliardario finanziatore del terrorismo. Ma se il miliardario, privato della sua nazionalità saudita, è oggi su tutte le labbra, la sua notorietà non è tuttavia nata all'indomani dell'atroce attentato di New York e di Washington.
La sua attività terroristica è conosciuta da molti anni e gli attentati a lui attribuiti sono talmente numerosi da richiedere mezzi finanziari molto cospicui che non sono alla portata del primo apprendista estremista.
Ciò pone ai commentatori la questione delle finanze. Qual è la capacità finanziaria della nebulosa di Ben Laden? E soprattutto, come le finanze di quest'ultimo hanno potuto evadere il controllo del sistema finanziario internazionale?
.Il primo elemento di spiegazione sulle capacità finanziarie ci viene in realtà dalla Svizzera.
Il portavoce del segretariato di Stato svizzero all'economia ha dichiarato, sabato, che la Svizzera aveva congelato già nell'anno 2000 diversi conti bancari appartenenti a banche afgane.
Si tratta di una mezza dozzina di conti che non hanno, secondo la stessa fonte, niente a che vedere con gli attentati di martedì scorso. Ma- secondo gli osservatori- la lista dei conti "dubbi" che potrebbero interessare gli inquirenti è ancora da stilare.
Secondo il quotidiano della Svizzera tedesca "Tages Anzeiger", alcuni conti sarebbero stati bloccati nei giorni seguenti il doppio attentato negli Usa. Questa stessa fonte rivela che una lista di 170 persone fisiche e morali aventi beni in Svizzera esisteva prima di martedì scorso e comprendeva rappresentanti del regime dei Talebani e dell'Organizzazione "Al Qaida".
Uno degli strumenti - usati da Bin Laden- è dato da una serie di conti off-shore nei paradisi fiscali, di società fantasma, che servono in realtà a coprire conti di passaggio di denaro raccolto in diverse regioni del mondo. Londra è considerata da alcuni osservatori luogo di partenza di questo denaro, prodotto dalla raccolta negli ambienti integristi e nelle associazioni che hanno dei beni al sole, in nome del sostegno dovuto ai "fratelli" in Cecenia, in Kashemir e altrove.
Ma secondo gli specialisti del problema del denaro sporco, la raccolta è una delle tante, possibili forme di finanziamento. L'altra forma che il ministro italiano della Difesa, Antonio Martino, ha prospettato potrebbe essere la speculazione sui mercati internazionali. Le autorità italiane fanno riferimento ad una società di mediazione, con sede a Milano, che l'organizzazione di Bin Laden avrebbe potuto utilizzare per operare sui mercati finanziari europei.
La questione della finanza della nebulosa terrorista, come d'altronde quella del denaro sporco della droga, è posta da molti anni senza che siano state date risposte veramente serie.
Nel caso in specie, i due problemi potevano essere individuati, soprattutto quello relativo alle finanze di Bin Laden provenienti dal traffico di droga che una manna possibile del suo finanziamento, poiché l'Afganistan dei Talebani continua ad essere uno dei principali produttori di droga nel mondo. Come si è creata questa manna di narco-dollari ?
Per molti specialisti del problema, tutte le iniziative assunte fino ad ora non sono davvero efficaci. E se si aggiunge che servizi quali la Cia hanno utilizzato questo mezzo facile per il finanziamento di azioni parallele, si può immaginare che la nebulosa Bin Laden non mancherà di fare altrettanto.

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Il dualismo americano di fronte all'islamismo
di Louisa Ait Hamadouche
in "La Tribune" (Algeri) 2/10/01

"Colpiti al cuore del loro santuario, gli Stati Uniti rivedranno la loro gestione tradizionale dell'islamismo?
Al di là delle questioni relative alla natura della reazione americana, dei bersagli che sceglierà e dell'ampiezza che prenderà, la risposta a tale questione è difficile e strategica. La percezione americana di questo fenomeno è la traduzione di un pragmatismo nel senso in cui l'intende la teoria realista. I principi morali o ideali, i discorsi umanitari non vi hanno posto, allorché la nozione d'interesse nazionale, per altro ambigua e confusa, è l'unico riferimento. Se volessimo riassumere la politica americana nei confronti dell'islamismo bisognerebbe citare Robert Paltrau e dire semplicemente che "non c'è". Questo assunto un po' semplicista è infatti carico di sensi e significa che gli Usa funzionano seguendo un cammino estremamente aperto.
Questi ultimi non sono gli alleati dell'islamismo come denunciano numerosi specialisti quale Alexandre del Valle che si è fatto sentire molto dopo gli attentati dell'11 settembre. Se bisogna illustrare la politica estera americana nei confronti dell'islamismo con una frase, si potrà citare il nuovo ambasciatore Usa in Libano. "Il Libano non figura fra gli Stati che sostengono il terrorismo- ha affermato Vincent Battle, ma esistono in Libano organizzazioni che figurano nella lista americana delle organizzazioni terroriste.
Il governo libanese- bisogna ricordarlo- considera Hezbollah come un movimento di liberazione. La dichiarazione del diplomatico conferma un tale paradosso. Uno Stato può riconoscere, coccolare, proteggere e lasciare una totale libertà d'azione a un movimento accusato d'avere commesso- e di continuare a commettere- atti "terroristi" senza che se ne assume, almeno in parte, la responsabilità?
Ponendo il problema in questi termini, il diritto da una risposta chiara e senza ambiguità e implica la complicità del detto Stato. La stessa amministrazione americana non contesta questa connessione, poiché ha annunciato che le rappresaglie attualmente in preparazione "non faranno distinzione fra terroristi e coloro i quali li sostengono".
La stessa dicotomia si manifesta nei legami strategici fra gli Stati Uniti e l'Arabia saudita. Un rapporto di esperti, pubblicato sulle colonne di "Le Monde" del 24 settembre, conferma l'esistenza dei legami fra il gruppo di Osama Bin Laden e i membri della famiglia reale saudita. Un' l'inchiesta del FBI, chiama in causa decine d'imprese, organizzazioni assistenziali, banche con sede nei paesi del Golfo e con ramificazioni in Europa (soprattutto in Gran Bretagna). Esse sono dirette dalle grandi famiglie del regno quali i Ben Mahfouz. Originari come i Ben Laden dall'Hadramaut (nord Yemen), questi sono i ricchissimi banchieri attratti dalla famiglia regnante.
Difficile rompere queste alleanze fortificate dagli interessi materiali e dai legami familiari. La figlia del fondatore dei Ben Mahfouz è in realtà una delle spose di Osama Bin Laden.
L'Office of Foreing Assets Control (OFAC), che dipende dal Tesoro Usa, ha stabilito delle connessioni per lo meno compromettenti. A titolo di esempio, l'organigramma di "Tadamon Islamic Bank" è istruttivo. Presente sull'insieme del territorio sudanese, questa banca ha come principali azionisti  le società National Co. For Development and Trade (sudanese), la Kuwait Finance House, la Dubai Islamic Bank, la Bahrein Islamic Bank e numerosi azionisti individuali fra i quali il Ministero degli affari sociali degli Emirati arabi uniti. Tutte queste società sono sotto sorveglianza dell'OFAC .La Dubai Islamic Bank è un altro esempio parlante. La Cia ha stabilito che una parte del finanziamento di Osama Bin Laden proviene da questa banca, diretta da Mohamad Khalfan Ben Kharbash, attuale ministro delle Finanze degli Emirati.
Ma l'Arabia saudita è un alleato con il quale gli interessi comuni sono più numerosi delle differenze. Il monopolio delle compagnie anglo-sassoni sul petrolio della regione risale al 1928 e quello degli Usa è iniziato nel 1933. Grazie alla guerra del Golfo, la presenza militare americana è stata istituita permettendo di controllare il mar Rosso (e quindi Etiopia e Sudan), l'Iraq e l'Iran. In contropartita, la famiglia reale si è dedicata ad attività più o meno ufficiali che le hanno permesso di rafforzare la legittimità del suo potere. Gestire le contraddizioni, è anche questo."

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L'integrismo islamista è una dottrina totalitaria
di Said Sadi
(in "La Tribune" Algeri, 18/9/01)

Said Sadi, il Presidente del Rassemblement per la Cultura e la Democrazia (RCD), combattiva formazione politica algerina, ha dichiarato che "l'integrismo islamista è una dottrina primaria e totalitaria che tenta di organizzarsi per imporsi al mondo.Nella particolare fase storica che stiamo vivendo vi sono due attitudini da evitare: la prima è quella di assimilare la religione musulmana all'islamismo, poiché ciò è quello che vorrebbe l'Internazionale islamista; la seconda, apparentemente opposta alla precedente, consiste nel coltivare l'ipocrisia che vorrebbe dividere il terrorismo dall'integrismo".
Sempre riguardo la seconda questione, Sadi ha precisato che "è questo l'errore da lungo tempo commesso dall'Occidente e che continuano a commettere i nostri dirigenti.Per noi, Algerini, il problema risiede, innanzitutto, nell'indecisione dei dirigenti i quali sono abili nell'intrigo, nella manovra ma divengono di una penosa inefficacia quando bisogna costruire e proiettare la nazione sul lungo termine."
Secondo il presidente di RCD "il dramma che ha colpito gli Usa prefigura nuove evoluzioni nella gestione della sicurezza mondiale e delle relazioni internazionali. L'umanità che ha rinnegato il colonialismo sembra volere, infine, ripudiare l'integrismo.più che mai, la nostra lotta dovrà integrare queste evoluzioni fondamentali".

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Signor Bush, rifletta per la sicurezza degli americani
di Samba Diallo
(in" Wal Fadjri", Dakar, 17/10/01)

Samba Diallo, autore di questo lungo articolo (di cui riprendiamo alcuni brani) si rivolge al Presidente Usa, George Bush, invitandolo a riflettere e a rivedere anche le accuse lanciate  contro gli islamici e contro Bin Laden per gli attentati dell'11 settembre.
"Allorché le Torri gemelle sono crollate come un castello di carta, a causa di un atto terroristico che ha fatto migliaia di vittime, Voi avete messo all'indice i musulmani, in seguito avete parlato di "crociata". Voi avete fatto l'amalgama fra islam e terrorismo, poi avete rettificato. Ma è certo che voi avete detto tutto questo per mettere una civiltà contro un'altra. Dopo, i vostri servizi segreti si sono dati da fare, io non so mediante quale alchimia, per trovare il passaporto di uno dei presunti terroristi dispersi nell'esplosione provocata dagli aerei che hanno colpito le torri. Bizzarro!
Essi hanno anche detto di avere trovato nell'aeroporto dal quale sono decollati gli aerei dei documenti scritti in arabo ( c'è da credere che i terroristi volessero far sapere al mondo ch'erano arabi), un Corano. In breve, tutto ciò che poteva far pensare che i terroristi sono necessariamente degli arabi musulmani. E tutto il mondo ne parla. Tutto il mondo ci crede. Tutto il mondo dimentica che gli Arabi costituiscono solo un sesto dei due miliardi di musulmani del pianeta Terra e, fra loro (gli Arabi) vi sono da 10 a 15 milioni di cristiani.
Per quanto riguarda il Corano, questo è letto da due miliardi di musulmani, fra i quali io stesso. Noi siamo, dunque, due miliardi di terroristi, secondo la vostra polizia! No.La vostra polizia, nel giro di qualche ora d'indagine, ha concluso che l'autore di questi terribili attentati è un uomo imboscato da qualche parte sulle montagne dell'Afganistan che si chiama Osama Bin Laden. In altre circostanze, avrei detto che la vostra polizia mi ha deluso. Ora, per il cartesiano che io sono, ho almeno due buone ragioni per non dirlo.
Prima ragione: voi sapete bene, Signor Presidente, che nella vostra nazione arcobaleno, nel vostro governo varato dopo la vostra elezione abracadabrante, nel vostro Senato, nel vostro Congresso, fra i vostri consiglieri, all'interno del FBI, della Cia, c'è gente dagli obiettivi dubbi, straordinariamente potenti e influenti che hanno interessi affinché  l'inchiesta segua il corso che ha seguito fin qua.
Essi hanno fatto precisamente come coloro i quali hanno fatto credere all'America che  Lee Harvey Oswald ha tirato sul presidente John Kennedy il 22 novembre 1963. Questi sono quelli che fanno (e disfaranno un giorno, ne sono sicuro) l'America. Questi sono quelli che fanno l'America e mentono agli americani e al mondo intero.
Chiedetevi, dunque, anche voi chi può nascondersi dietro questa precisione, questo sangue freddo, questa professionalità per colpire l'11 settembre scorso al cuore dell'America e in pieno giorno.
Riflettete bene su coloro i quali possono avere interesse affinché gli arabi e l'Islam siano annientati dopo gli attentati.
Seconda ragione: vi siete chiesto, Signor Presidente, perché i vostri F16 non hanno decollato a tempo per individuare, intercettare e distruggere eventualmente il nemico?
Essi avevano il tempo poiché è trascorsa circa una mezz'ora da quando il primo aereo ha colpito una delle torri prima che un secondo aereo ha tagliato in due la seconda torre e altrettanto perché un altro aereo finisse il suo volo contro il Pentagono, mentre un quarto aereo è andato a cadere in un bosco della Pennsylvania. Io penso che nessuno può fare questo cerchio sinistro nel cielo degli Stati Uniti d'America senza contare su complici piazzati negli alti livelli dell'Aministrazione.
A parte Bin Laden, che volete decapitare costi quel che costi, vi siete chiesto chi può esserci dietro questi attentati? Avete dimenticato Oklahoma City, che avete attribuito a Bin Laden prima di identificare uno dei responsabili, un Americano di buona famiglia, corrispondente alla persona di Steve McVeigh che avete giustiziato nel giugno scorso?
Per la giustizia immutabile e non la libertà, per la sicurezza degli americani e del mondo in generale, riflettete."

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Terribili apparentamenti
di Amina Talhimet in "Liberation", Casablanca, 3/10/01

"Il presidente americano George Bush parla di Crociate ed ecco che l'indomani fa un'entrata storica in una moschea di Washington. Silvio Berlusconi fa l'elogio del superuomo occidentale ed ecco che fa un salto in una moschea di Bruxelles. Per non ferire i paesi arabi e musulmani che hanno scelto massicciamente di battersi contro il terrorismo a fianco degli Usa. Tutto è a fior di pelle dopo l'11 settembre. Al malessere dei paesi occidentali di fronte all'atrocità dei crimini commessi negli Usa, si è venuto ad aggiungere quello dei paesi arabi e musulmani pronti a tutto per non essere assimilati ai folli furiosi che hanno ucciso migliaia di persone in meno di un'ora e in diretta tv.
Da surrealista quel "Noi siamo tutti americani" lanciato un po' troppo rapidamente dal direttore del quotidiano francese "Le monde" si è presto trasformato in slogan segregazionista, dividendo coloro i quali, malgrado gli spaventosi attentati, non si sentono americani e gli altri, i buoni vecchi occidentali, ricchi e civilizzati. Una caricatura nella quale i buoni si sono decretati buoni, e ciò che è più inverosimile, i cattivi si sono dichiarati cattivi. Il fondo del problema è d'ordine strettamente criminale. Sono dei criminali quelli che hanno compiuto gli attentati dell'11 settembre e si suppone, in questo caso preciso, che essi siano musulmani, nel 1995, a Oklahoma City, essi erano americani, bianchi e soprattutto molto cristiani, una settimana addietro il criminale che ha ucciso 14 deputati svizzeri era anche lui europeo e senza dubbio un buon cristiano.
La nazionalità o la religione di un terrorista non provano assolutamente nulla. O allora, si cade nell'abominevole suspicione collettiva per punizione collettiva.
Il terrorismo, l'Europa e gli Usa lo conoscono bene; esso è Corso in Francia, Basco in Spagna, esso ha colori cattolici in Irlanda, ha avuto colori comunisti nella Repubblica federale di Germania e in questa Italia dove, oggi, un primo ministro, dalla memoria visibilmente troppo corta, osa dividere il mondo in superuomini e sottouomini.

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Terrorismo: la fattura la pagheranno i poveri
di Adam Charif in "Liberation", Casablanca, 4/10/01

Saranno 10 milioni di esseri umani che stanno per raggiungere le popolazioni del pianeta colpite dalla povertà a seguito degli effetti economici disastrosi degli attentati dell'11 settembre. In una valutazione preliminare realizzata dalla Banca mondiale a proposito delle conseguenze degli atti terroristici contro gli Usa, gli esperti di questa istituzione affermano che l'economia mondiale sarà colpita da questi gravi avvenimenti, ma che sono le economia dei paesi detti emergenti e quelle dei paesi meno avanzati che pagheranno la fattura più pesante.
Peggio ancora, il ritorno della crescita economica sarà più rapido nei paesi più sviluppati che potranno ritrovare la cadenza di una evoluzione più favorevole verso la fine dell'anno 2002, ma per gli altri la convalescenza rischia di essere molto più lenta.
La situazione si annuncia drammatica soprattutto in Africa dove i redditi delle popolazioni più povere sono minacciati da una riduzione ancora più penosa.
Dopo l'11 settembre, il commercio mondiale è in calo a causa di diversi fattori fra i quali: le perturbazioni dei trasporti dovute ai problemi di sicurezza, le nuove difficoltà legate alle spese e alle modalità di assicurazione, i ritardi doganali, ect. Questi aspetti stanno per rialzare i costi del commercio internazionale a soglie insopportabili. I noli marittimi sono aumentati dal 10 al 15%. Il turismo d'affari è in caduta vertiginosa allorché la stagione invernale del turismo mondiale specialmente per il Medio Oriente e per i Carabi si annuncia catastrofica con annullamenti di massa delle prenotazioni. I paesi dell'OCDE avranno un tasso di crescita molto modesto alla fine dell'anno in corso (+ 1%). Questo tasso rischia di calare ancora nel 2002 a 0,75%.
Ma per gli altri paesi gli effetti sono contrastanti nella loro previsione. Le economie più svantaggiate dovranno registrare il declino delle loro esportazioni, del loro settore turistico, dei prezzi dei beni di consumo, della riduzione dei flussi d'investimenti stranieri, ecc.


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Numero 14
novembre 2001









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