(EUROMED)
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IMPRIMERE
UN NUOVO IMPULSO AL PROCESSO DI BARCELLONA
Importante
risoluzione del Parlamento Europeo
(Pubblichiamo
parti della lunga risoluzione dal titolo "Imprimere un nuovo impulso al
processo di Barcellona", approvata dal Parlamento Europeo nel febbraio
2001 e volta a preparare la 4° riunione dei 27 Ministri degli esteri euromediterranei.
Avvertenza: riportiamo tra parentesi i numeri dei vari capoversi così
come indicati nel documento integrale, pubblicato in"Il Partenariato euromediterraneo",
quaderno n. 58- febbraio 2001- Camera dei Deputati- Roma)
Il Parlamento
Europeo
(omissis)
A. considerando
che il nuovo processo di Barcellona deve essere fondato, in primo luogo,
sulla reciproca fiducia, sul dialogo parlamentare democratico e sui principi
di solidarietà e di equità,
B. considerando
che alla conferenza di Marsiglia l'incertezza connessa con la situazione
in Medio Oriente ha reso più fragile il processo avviato a Barcellona
ma che, ciò nondimeno, la maggior parte dei partecipanti ne ha ribadito
la pertinenza,
C. considerando
tuttavia che vi è uno sfasamento inaccettabile nell'agenda politica ed
economica dell'Unione tra la priorità assoluta accordata all'ampliamento
ai paesi dell'Europa del Nord, centrale e orientale e l'attenzione prestata
al processo di Barcellona che, in questi ultimi anni, non ha quasi registrato
progressi significativi,
D. ritenendo
che sia necessario procedere ad una revisione del ruolo dell'Unione nei
negoziati di pace relativi al conflitto in Medio Oriente e riconoscerle
un vero ruolo politico,
E. sottolineando
che sviluppi positivi nel processo di pace in M.O. sono essenziali per
il consolidamento, il rafforzamento e il rilancio del partenariato euromediterraneo,
G. chiedendo
nuovamente lo sviluppo di una strategia globale ambiziosa nel Mediterraneo
e il delinearsi di una volontà politica comune a tutti i partner mediterranei
in modo da realizzare i programmi di cooperazione regionale in corso e
da avviarne di nuovi e favorire così, tra l'altro, gli scambi commerciali
sud/sud,
I. deplorando
il fatto che la firma di accordi di associazione che includono una clausola
relativa alla democrazia e ai diritti dell'uomo non arresti il deterioramento
costante della situazione in alcuni paesi,
L. tenendo
conto dell'insufficienza della dotazione finanziaria approvata a Marsiglia
per il periodo 2000- 2006 (5,35 miliardi di euro),
- esige
che l'Unione europea attui una politica estera per la regione mediterranea
che sia all'altezza delle sue grandi ambizioni e rammenta che nella
dichiarazione di Barcellona gli Stati membri hanno sottolineato l'importanza
strategica del Mediterraneo e il carattere privilegiato dei legami
creati dalla vicinanza e dalla storia;
- (4)
afferma che una soluzione del conflitto in M.O. costituisce una condizione
essenziale per raggiungere la pace e la stabilità nella regione mediterranea,
che ciò significa il diritto alla sicurezza per Israele e per tutti
gli altri paesi della regione, in particolare il riconoscimento del
diritto legittimo del popolo palestinese di disporre di uno Stato
capace di esistenza autonoma e il riconoscimento, altrettanto legittimo,
del diritto alla sicurezza del popolo israeliano;
- (6)
raccomanda che, in sede di revisione del processo di Barcellona, non
si stabilisca una gerarchia nell'ordine di priorità, attribuendo agli
aspetti sociali (quali la sanità, l'istruzione, la formazione, i diritti
della donna e del bambino, la tutela di un ambiente sostenibile e
i progetti d'infrastrutture), culturali e attinenti all'immigrazione
un'importanza qualitativa equivalente a quella concessa alle questioni
economiche, commerciali e di sicurezza;
- (7)
insiste per l'adozione tempestiva della Carta euromediterranea per
la pace e la stabilità;
- (8)
ribadisce la richiesta di sostituire a termine gli accordi di associazione
con un unico accordo multilaterale;
- (11)
sottolinea l'obiettivo prefissato nella Conferenza di Marsiglia che
prevede la creazione di una zona di libero scambio che inglobi tutti
i settori e contribuisca a migliorare lo standard di vita in tutti
i paesi associati e chiede la realizzazione di studi d'impatto relativi
alle conseguenze sociali e ambientali da entrambi i lati del Mediterraneo;
- (13)
ritiene che l'esperienza acquisita con l'instaurazione di un mercato
unico dovrebbe essere utilizzata per definire un quadro regolamentare
applicabile alle zone di libero scambio euromediterraneo e che sarebbe
opportuno definire, entro il 2002, in stretta cooperazione con le
autorità competenti dei paesi interessati, un calendario delle misure
di armonizzazione in alcuni settori prioritari (norme in materia di
origine, questioni doganali, norme e proprietà intellettuale);
- (14)
richiama l'attenzione della Commissione sul fatto che l'istituzione
dei programmi di adeguamento strutturale inclusi negli accordi di
associazione comporta troppo spesso conseguenze negative sul piano
economico (segnatamente per le piccole e medie imprese e le piccole
e medie industrie) e sociale (aumento della disoccupazione), contro
le quali è importante premunirsi;
- (15)
chiede al Consiglio e alla Commissione, in seguito alle decisioni
prese a Nizza, di prevedere dei negoziati sulla revisione dei regimi
di accesso agricoli, nella prospettiva di orientare il progetto di
zona di libero scambio verso un vero e proprio "mercato comune" che
comprenda tutti i beni;
- (18)
auspica al più presto lo sviluppo di un vasto commercio sud/sud che
consenta una maggiore integrazione tra le economie dei paesi del bacino
del Mediterraneo e una costante crescita degli investimenti;
- (20)
chiede alla Commissione e al Consiglio di riflettere sulla elaborazione
di una "Politica agricola di sviluppo euromediterraneo", tenendo conto
del fatto che l'agricoltura presenta importanti dimensioni sociali,
territoriali e ambientali;
- (22)
ritiene necessario compiere un grande sforzo per instaurare un dialogo
sufficientemente schietto e serio su problemi quali i diritti dell'uomo,
la prevenzione del terrorismo e l'immigrazione; è altresì opportuno
approfondire i contatti in ambito sociale e culturale e continuare
a progredire in ambito commerciale, promovendo la liberalizzazione
dei sistemi economici dei paesi partner mediterranei e la realizzazione
di riforme strutturali necessarie per competere su mercati più aperti,
in uno spirito di reciprocità e di rispetto dei diritti sociali;
- (34)
chiede che i progetti di cooperazione regionale tengano conto delle
necessità ambientali dello sviluppo sostenibile, sollecita i paesi
partner a prendere le misure necessarie in materia di gestione integrata
delle risorse idriche, smaltimento dei rifiuti, punti critici (zone
inquinate e rischi per la biodiversità), gestione integrata delle
zone costiere e lotta contro la desertificazione, utilizzando il know-how
e la lunga esperienza maturata dall'Unione europea;
- (40)
chiede alla Commissione e al Consiglio di esaminare le diverse possibilità
di conversione del debito, che ostacola fortemente gli sforzi di sviluppo
dei paesi partner mediterranei; ritiene che tale conversione dovrebbe
consentire il finanziamento di ogni progetto che associa investimento
e occupazione, segnatamente giovanile;
- (42)
auspica che si conceda alla PMI e alle microimprese un ruolo particolare
nel rafforzamento del partenariato industriale euromediterraneo; chiede
che siano creati programmi di assistenza tecnica e finanziaria specifici
per le PMI e per le microimprese dei paesi mediterranei, in modo di
promuovere la diversificazione del tessuto industriale di quei paesi;
- (44)
invita la Commissione a promuovere, nell'ambito del programma MEDA,
la possibilità di sviluppare le infrastrutture necessarie all'evoluzione
della cooperazione euromediterranea;
- (47)
sottolinea l'importanza dell'innovazione come fattore di sviluppo
dei paesi mediterranei; ritiene che debbano essere incentivati la
costruzione e lo sviluppo di centri d'innovazione e di centri tecnici
settoriali nonché il collegamento in rete degli stessi.
- (49)
invita i governi europei a consentire ai migranti residenti nell'UE
di beneficiare della parità di trattamento in materia di diritti economici
e sociali e di riconoscimento dei diritti civili, culturali e politici,
segnatamente il diritto di voto alle elezioni locali ed europee;
- (50)
ribadisce la sua opposizione alla pratica della pena di morte e lancia
un appello ai paesi associati del Mediterraneo onde procedere a una
moratoria sulle esecuzioni capitali chiedendo altresì alla Commissione
d'intraprendere iniziative per sostenere le campagne di sensibilizzazione
volte a imporre una moratoria delle esecuzioni capitali;
- (53)
chiede alla Commissione di enfatizzare tra le aree prioritarie:
- la gestione
integrata del turismo culturale per garantire la protezione del patrimonio culturale
e naturale;
- i programmi di mobilità e di formazione destinati ai formatori e agli
insegnanti;
- i programmi di collaborazione e di formazione tra le università dei
paesi mediterranei;
- l'insegnamento delle lingue e della cultura mediterranea comune;
- l'insegnamento di nuove tecniche e la fornitura ai centri educativi
delle infrastrutture necessarie;
- le iniziative comuni Euromed per le attività sportive;
-lo sviluppo dello sport per le ragazze e i ragazzi come fattore di
emancipazione;
- (55)
chiede alla Commissione di elaborare programmi rivolti all'istruzione
e all'inserimento della donna nella vita universitaria, nel lavoro
e nell'impresa;
- (58)
chiede alla Commissione di evitare che gli aiuti siano concessi a
organismi, imprese o ambienti che discriminano le donne in ambito
educativo, sociale e sportivo;
- (64)
chiede alla Commissione di attivarsi per promuovere la società della
informazione e, in particolare, le attività di commercio elettronico
in modo da modernizzare l'economia delle regioni della riva sud del
Mediterraneo, creando posti di lavoro qualificati;
- (70)
chiede altresì la creazione di una struttura permanente che raggruppi
deputati del Parlamento europeo e parlamentari dei paesi associati;
- (73)
chiede al Consiglio di esercitare le pressioni necessarie a un cambiamento
di politica e alla Commissione di far si che l'Unione assuma nella
zona mediterranea un ruolo politico di maggiore spicco.
(
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LA BEI
PER IL MEDITERRANEO
Nella regione
del Mediterraneo, l'attività di concessione di prestiti della Banca Europea
per gli Investimenti (BEI) si svolge principalmente nel quadro del partenariato
euromediterraneo, a sostegno dello sviluppo economico dei paesi interessati.
Nel 1999,
nella regione mediterranea la Banca ha accordato 21 prestiti a favore
di 7 Paesi, per un totale di 745 milioni di euro (oltre ai 2 prestiti
per 200 milioni di euro che sono stati concessi a Cipro nell'ambito del
suo "sportello preadesione").
I prestiti
relativi a progetti da attuare in Egitto e in Marocco rappresentano oltre
il 60% dell'importo complessivo.
Settori d'intervento:
GESTIONE
RISORSE IDRICHE E INTERVENTI VARI
È stato destinato
il 16% del finanziamento totale ( 122 milioni di euro). Tra i progetti
finanziati figurano il ripristino e l'ampliamento delle reti fognarie,
di acque di scarico e d'impianti di trattamento in Marocco, Egitto e Turchia;
ENERGIA
È stato finanziato
un gasdotto in Egitto per un importo di 28 milioni di euro (4% del totale);
INDUSTRIA
E SERVIZI
Egitto, Giordania,
Marocco e Tunisia hanno beneficiato di prestiti per un importo complessivo
di 330 milioni di euro (44% del totale), per il finanziamento di uno stabilimento
di gas industriali e un impianto idrocracking in Egitto, due stabilimenti
chimici in Marocco e di fertilizzanti in Tunisia e Giordania e una miniera
di fosfati in Giordania;
COMUNICAZIONI
È stato finanziato
un progetto ferroviario in Tunisia e un progetto stradale in Marocco,
per un importo di 170 milioni di euro (23% del totale).
Quanto ai
fondi di bilancio di MEDA, nel corso del 1999, sono state attuate diverse
operazioni su capitale di rischio:
- partecipazione
azionaria di 2 milioni in Marocco;
- 34
milioni di euro per la costituzione di capitale di rischio di società
private e un finanziamento complessivo per lo sviluppo locale in Tunisia;
- 12
milioni di euro per la partecipazione a fondi d'investimento in Turchia;
- 8
milioni di euro in favore di PMI nella striscia di Gaza e in Cisgiordania.
I progetti
sopraccitati rappresentano una buona selezione d'interventi volti a promuovere
lo sviluppo economico sostenibile nei partner mediterranei interessati.
Questi interventi, che s'inquadrano nella componente "cooperazione finanziaria"
del mandato politico conferito dalla dichiarazione di Barcellona, risultano
bene integrati nelle strategie di sviluppo concordate con detti Paesi
MED e sono coerenti con le attività di altri donatori e finanziatori,
in particolare nella Regione mediorientale e nordafricana.
Documentazione
non integrale tratta da "Il partenariato euromediterraneo" n. 58 del febbraio
2001-
a cura dell'Ufficio Rapporti con l'Unione Europea- Camera dei Deputati-
Roma
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Numero
12
maggio 2001
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